Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 come realizzare una rivoluzione, essi resero impossibile ogni riforma. Sot– tomessi alla cieca ostinazione di questi proletari intellettuali, i socialisti di destra persero un anno intero senza fare nessun tentativo per trovare una via d'uscita nella disperata situazione parlamentare. Uomini come Turati e i suoi seguaci erano persone disinteressate e piene di buone intenzioni, ma essi non osavano agire contro la volontà della maggioranza del partito. Ave– vano paura, qualora fossero entrati in un governo, od anche si fossero limi– tati ad appoggiarlo, senza il permesso della maggioranza del partito, di essere · accusati di ambizione personale. Aspettavano pazientemente che i loro com– pagni cambiassero idea. Non si resero conto che i cervelli dei marxisti di stretta osservanza sono come le uova sode: piu bollono e piu diventano dure. Come era naturale, la guerra civile continuò con la stessa intensità. Tra il 31 maggio e il 2 giugno 1922, diecimila fascisti provenienti dalle provin– cie limitrofe si concentrarono a Bologna chiedendo le dimissioni del prefetto, accusato di essere complice dei "bolscevichi." È chiaro che se il prefetto avesse potuto contare sull'esercito avrebbe impedito questa concentrazione, ma il generale Sani durante tutto il periodo critico rimase assente, proprio come aveva fatto otto mesi prima durante la "marcia su Ravenna." Il 19 luglio, anche Facta si dovette dimettere. Le consultazioni per for– mare un nuovo gabinetto proseguirono per una quindicina di giorni, tra i diversi gruppi, i loro leaders, e il Re. Durante quei giorni avvenne qualcosa di molto importante: la maggioranza dei deputati socialisti, ribellandosi con– tro i massimalisti che controllavano l'esecutivo centrale del partito, si di– chiararono pronti a dare il proprio appoggio ad un nuovo ministero, a con– dizione che questo ristabilisse l'ordine nel paese. Il 29 lu{rlio, il leader della destra, Turati, con il consenso dei suoi colleghi, si recò dal Re per discutere la situazione politica. Ma il ristabilimento della pace pubblica non si poteva raggiungere senza sciogliere l'organizzazione fascista. Ciò significava sfidare la "mano nera" militare, che si era già compromessa troppo a fondo con l'avventura fascista. Quando si criticano le Camere del periodo postbellico per la loro incapacità a formare un ministero stabile, si devono distinguere le cause che paraliz– zarono le Camere a partire dal novembre 1919 sino al luglio 1922, da quelle che si manifestarono nel luglio 1922. Sino al luglio 1922, la causa della para– lisi era nella stessa Camera; ogni coalizione stabile era resa impossibile dal– l'intransigenza dei deputati socialisti e dalla mancanza di fiducia di tutti i partiti nei confronti dei popolari. Nel luglio del 1922 questi dissidi interni stavano per scomparire. Ma adesso era una causa esterna a paralizzare la Camera; la mano nera, che aveva una scarsa forza nella Camera, ma una formidabile organizzazione _annata all'esterno, mise il veto ad una coalizione parlamentare di sinistra, che il nuovo atteggiamento dei deputati socialisti rendeva possibile. "C'è troppa paura fisica in giro - disse Turati, in una intervista all'Epoca del 1 agosto 1922. - In tutti partiti ci sono troppi pa- 59° Bibloteca Gino Bianco

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