Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

" Un capo che precede, non tm capo che segue" vani intellettuali, che volevano opporsi alla propaganda antinazionale e agli scioperi. Questi primi gruppi, lasciati a se stessi, non sarebbero mai stati in grado di formare un movimento politico permanente di importanza nazio– nale. Poco a poco, via via che la nevrastenia del dopoguerra si andava cal– mando, ciascuno sarebbe stato riassorbito dal proprio gruppo sociale e se ne sarebbe andato per la sua strada. Nel 1921, la grande maggioranza dei nuovi venuti che si unirono agli sparuti gruppi della prima ora, continuava a provenire da quegli stessi gradini piu bassi dei ceti medi che già formavano le file del movimento. Ma i vecchi rivoluzionari e gli studenti, che nei due anni precedenti ave– vano fornito quasi esclusivamente i dirigenti dei gruppi locali, si trova– rono presto ridotti in minoranza di fronte· a un nuovo elemento sociale, gli ufficiali dell'esercito e gli agenti degli industriali e degli agrari. Il .mo– vimento fascista non era piu un semplice movimento di reazione patriot– tica, piu o meno agitato, contro l'azione politica dei socialisti e dei comu– nisti; esso divenne lo strumento di una sistematica reazione capitalistica, che aveva come fine la demolizione di tutte le istituzioni economiche che la classe lavoratrice italiana aveva costruito per la propria difesa e per il proprio miglioramento durante mezzo secolo di libertà. Oltre a ciò, nel 1921 le azioni locali, che prima avvenivano in modo disordinato, comin– ciarono a seguire direttive politiche superiori, e nel 1922 si fusero in un vero e proprio movimento di carattere nazionale. All'ingrossamento di questo movimento contribuirono tutte le classi so– ciali; e, d'altra parte, uomini provenienti da ogni classe sociale si trovavano presenti in tutti i gruppi antifascisti, allo stesso modo che uomini prove– nienti da ogni classe sociale si trovavano presenti in quella larga massa di indifferenti che vanno avanii occupandosi soltanto dei casi propri. La storia politica non è fatta dalle classi sociali ma dai partiti politici, i quali sono formati da uomini provenienti da strati sociali diversi, ma legati in– sieme da un fine comune: la conquista del potere politico. Anche nei casi in cui lo scopo proclamato di un partito politico è quello di curare gli inte– ressi o i diritti di una classe contro le altre, il partito rimane sempre una organizzazione politica che non va confusa con quella classe sociale. Senza dubbio all'interno del movimento fascista si trovavano dei capi– talisti. Se i capitalisti non avessero mantenuto il movimento col loro denaro, il movimento si sarebbe esaurito in clamori privi di effetto. D'altra parte, lasciati a se stessi, fascisti e capitalisti avrebbero potuto tutt'al piu creare un nuovo partito politico - uno tra tanti - e la loro rapida e schiacciante vittoria rimarrebbe un miracolo, un imperscrutabile mistero. Tale vittoria va spiegata col fatto che le autorità militari equipaggiarono il movimento di armi e capi, e una parte delle autorità governative italiane - cioè la polizia e la magistratura - concesse a tale movimento il privilegio della immunità. I grossi uomm1 d'affari - o, come dicono i marxistj, "il capi- 573 iblotecaGinoBiahco

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