Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 14 marzo 1923. 10 Nel novembre del 1920, sotto la impressione immediata della tragedia, non ·era possibile attribuire spassionatamente le responsabilità. Le simpatie politiche personali avevano il sopravvento. Giornali e partiti "anti– bolscevichi " gettavano le responsabilità sul partito di appartenenza, preso nel suo insieme, degli autori materiali del delitto. I socialisti tutti, non importa se comunisti, massimalisti o riformisti, si trovarono senza distinzioni al centro di un'ondata di indignazione morale. Giolitti prese la palla al balzo e sciolse il consiglio comunale. La città fu governata adesso da un commissario che svol– geva la sua opera d'amore e d'accordo con nazionalisti e fascisti. La magistra– tura, emettendo mandati di arresto per centinaia di persone che a torto o a ragione erano accusate come responsabili del massacro, fece il resto. Nazio- . nalisti e fascisti diventarono padroni della città, misero al bando tutti i capi del partito socialista, e mantennero la popolazione lavoratrice in un continuo stato di terrore. Poche settimane dopo, Ferrara fu testimone di una replica perfetta di quanto era accaduto a Bologna. Il 19 dicembre, due avvocati socialisti, depu– tati, erano stati malmenati a Bologna mentre uscivano dai locali del tribunale, dove stavano difendendo alcuni lavoratori. Non appena la notizia di questa aggressione arrivò a Ferrara, nella notte, i capi socialisti convocarono tutte le organizzazioni della città e delle località vicine per un comizio di protesta in massa da tenersi nel pomeriggio del giorno seguente. La polizia non proibf questa manifestazione. Ma la mattina del 20 dicembre un migliaio di fascisti arrivati su camions dai paesi piu vicini e piu lontani si rac– colsero nella città. I camions erano stati forniti dai datori di lavoro e dalle autorità militari. La polizia permise loro l'ingresso in città. Essi at– taccarono dei manifesti dove si diceva: " Occhio per occhio, dente per dente, sangue per sangue." Alle due del pomeriggio, quattromila persone si erano radunate nel teatro, e una gran folla, che non aveva potuto trovar posto al– l'interno del teatro, era fuori in attesa. I fascisti si misero in marcia verso di essa. La folla si aprf lasciando via libera ai fascisti, e siccome c'era una ban– diera rossa i fascisti cercarono di impadronirsene. Intorno ad essa ebbe luogo uno scontro, e fu sparato un colpo di rivoltella. A questo punto, dal vicino palazzo comunale, un comunista cominciò a sparare alla cieca contro la folla. In seguito a ciò si ebbero tre morti e tre feriti tra i fascisti; due morti e sei feriti tra i socialisti. Sopraggiunse la polizia che arrestò 76 segretari di sinda– cati e sindaci socialisti della provincia di Ferrara. Tolti di mezzo i capi, i fa– scisti attaccarono una dopo l'altra tutte le località della provincia. Tutti i lu– nedf, giorno di mercato a Ferrara, venivano bastonati centinaia di contadini che erano venuti dalle campagne circostanti. La polizia forniva ai fascisti i nomi delle persone da aggredire. 10 Essi furono pubblicati per esteso dalla stampa del tempo. Noi ci siamo serviti dei reso– conti del " Corriere della Sera. " 534 BiblotecaGino Bianco

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