Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 Il I genna10 1920, egli scriveva: Ritorniamo all'individuo. ( ...) Due religioni si contendono oggi il dominio degli spi– riti e del mondo: la nera e la rossa. Da due Vaticani partono, oggi, le encicliche: da quello di Roma e da quello di Mosca. Noi siamo gli eretici di queste due religioni. 12 Nello stesso giorno cosi si commentava il minacciato sciopero dei dipen– denti postelegrafonici: Noi vogliamo la lotta ad oltranza per la perequazione stipendi, l'aumento indennità notturna e straordinaria, il raddoppiamento e indennità caro-viveri, la concessione inden– nità di resistenza e il riconoscimento dei diritti di carriera (...). Noi gridiamo oggi il no- stro diritto alla vita contro i falsi monetari del patriottismo e i pescicani di guerra. 13 • Poche settimane dopo la Confederazione generale del lavoro si rifiutava di appoggiare lo sciopero dei ferrovieri. Il fascista Agostino Lanzillo, che piu tardi doveva diventare un personaggio illustre del regime fascista, cosf scri– veva nel Popolo d'Italia del 24 gennaio 1920: Lo sciopero fu fatto da una formidabile massa di personale, con innegabile fede e convinzione di loro buon diritto. (...) Nella dura questione ferroviaria, appare evidente lo sforzo del partito (socialista) e della Confederazione di lasciare i ferrovieri in loro balfa fino a quando siano prossimi alla sconfitta. (...) Parmi che questi due scioperi siano i primi che possano indicarsi, dopo tanto tempo di preponderanza politica socialista, come conce– piti ed attuati al di fuori e contro la tirannica volontà del partito socialista. (...) Le gior– nate della violenza operaia hanno un valore rinnovatore che supera di mille cubiti la mi– seria degli arruffapopoli. Nell'aprile del 1920, il governo applicava l'ora legale. I comumstl scopri– rono che questo nuovo sistema di contare le ore era stato inventato dai "bor– ghesi" per rendere ancora piu duro il lavoro del proletariato. In alcune fab– briche di Torino si ebbero degli scioperi di protesta, e Mussolini plaudf a questi scioperi. Secondo lui, lo stato italiano com'era allora, questo povero sta– to democratico in cui si scioperava persino contro l'ora legale, era troppo attit70, troppo opprimente, insopportabile. Anch'io sono contro l'ora legale perché rappresenta un'altra forma d'intervento e coercizione statale. (...) Lo Stato, colla sua enorme macchina burocratica, dà il senso del– l'asfissia. Lo Stato era sopportabile, dall'individuo, sino a quando si limitava a fare il sol– dato e il poliziotto; ma oggi lo Stato fa tutto: fa il banchiere, fa l'usuraio, il biscazziere, il navigatore, il ruffiano, l'assicuratore, il postino, il ferroviere, l'impresario industriale, il maestro, il professore, il tabaccaio, e innumerevoli altre cose, oltre a fare, come sempre, , il poliziotto, il giudice, il carceriere e l'agente delle imposte. Lo Stato, Moloch dalle sem– bianze spaventevoli, oggi vede tutto, fa tutto, controlla tutto e manda tutto alla malora: ogni funzione dello Stato è un disastro. Disastro l'arte di Stato, la scuola di Stato, le po– ste di Stato, la navigazione di Stato, i rifornimenti - ahimè - di Stato e la litania po– trebbe durare all'infinito. Ora le prospettive del domani sono raccapriccianti. Il socialismo non è che l'ampliamento, il moltiplicamento, il perfezionamento dello Stato. Lo Stato bor– ghese controlla i nove decimi della vostra vita e della vostra attività; domani lo Stato socialista vi controllerà in ogni minuto, in ogni funzione o movimento; oggi siete obbligati 12 " Popolo d'Italia. " 18 " Popolo d'Italia, " 1 gennaio 1920. 510 BiblotecaGino Bianco

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