Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 " Liberali, " nazionalisti e democratici, da 31 o seggi scesero a 114, per- dendone 196. Sonnino non venne eletto. Fu eletto Salandra, e i nazionalisti ottennero a malapena mezza dozzina di seggi, e li salvò dalla distruzione to– tale la proporzionale, che fece sf che le minoranze non venissero schiacciate sotto il peso dei partiti piu forti. Bissolati fu eletto solo grazie alla proporzio– nale. Con il sistema uninominale i socialisti nell'Italia settentrionale e cen– trale avrebbero conquistato molti piu seggi 20 ; gli altri gruppi sarebbero so– pravvissuti specialmente nel Mezzogiorno, e si sarebbe cosf creata una perico– losa lacuna tra l'Italia del Nord e quella del Sud, che fu impedita dalla pro– porzionale. 21 Senza dubbio nei mesi di settembre, ottobre e novembre del 1919 il suf- • fragio universale contribuf notevolmente ad evitare piu gravi disordini. Il di– ritto di voto non è la fonte della sovranità, come ripetono gli uomini imbevuti di ideologie democratiche, e che invece si danno gran pena di negare gli uo– mini imbevuti di ideologie oligarchiche. Il diritto di voto è un mezzo, piut– tosto crudo ma assai accomodante, dato ai cittadini perché una volta ogni tanto dicano se sono o non sono soddisfatti degli uomini che sono al governo. Se sono soddisfatti, votano per i candidati fìlogovernativi; se non sono soddi– sfatti, votano per l'opposizione. Attribuire alle elezioni un compito maggiore è un assurdo, ma questo compito è molto utile e importante. Gli istituti elet– torali costringono gli uomini che sono al potere a badare allo scontento che la loro azione può provocare nel corpo elettorale. Il suffragio universale obbliga le classi dirigenti a stare all'erta e prendere atto di ogni sintomo di scontento. Al tempo stesso fa sf che i cittadini esprimano il loro scontento senza violenza: il voto sostituisce i proiettili. Il suffragio universale è il miglior preventivo contro le crisi rivoluzionarie; nei periodi di crisi, una elezione a suffragio uni– versale è una rivoluzione abortita. Per il governo italiano sarebbe stato molto difficile superare la guerra se nel 1912 l'Italia non fosse diventata un paese a suffragio universale, cioè se i propagandisti della pace ad ogni costo avessero potuto dire al popolo che gli operai e i contadini tedeschi ed austriaci gode– vano del diritto di voto, mentre gli operai e i contadini italiani, che versava– no in guerra il loro sangue, erano privi di tale diritto. Anche la crisi del 1919 sarebbe stata assai piu grave, se lo scontento generale non fosse stato mitigato ·dalla prospettiva di fare una rivoluzione a buon mercato nel giorno delle ele– zioni; molto probabilmente, se non ci fosse stata la valvola di sicurezza del suffragÌo universale, le masse di operai e contadini avrebbero fatto ricorso al- 20 Se si prende, ad esempio, la provincia di Firenze, troviamo che col sistema unino• minale si sarebbero avuti dodici deputati socialisti, e soltanto due deputati non socialisti, mentre con la proporzionale si ebbero otto socialisti, tre popolari e tre " liberali " (U. GrusTr, op. cit., pp. 39-41), Certamente, col sistema uninominale, gli elettori, costretti a scegliere tra non più di due candidati, si sarebbero comportati in modo diverso che non con la proporzionale. Ma dato il sentimento di ostilità che la massa del partito popolare nutriva verso tutti i vecchi leaders politici, . compresi Salandra e Giolitti, si può affermare senza pericolo di errore che tale massa, se non avesse potuto votare per i candidati popolari, avrebbe votato per i socia• listi piutt-A>stoche per i vecchi uomini politici. · 21 I. BoNOMI, Dal socialismo al fascismo, Roma, Formiggini, 1924, pp. 83-84. BiblotecaGino Bianco

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