Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 cnst1ano non-cattolico. Non fanno professione di ateismo, perché nei loro cuori e nel loro spirito c'è un attaccamento tradizionale a certe forme di religiosità che, con una certa frequenza, in età avanzata o in punto di morte, viene alla luce dalla profondità delle loro coscienze. Ma durante la loro vita, o almeno finché godono buona salute, non sono una forza attiva, ma piuttosto un passivo per la Chiesa cattolica italiana. Giolitti fu un tipico rappresentante di questo gruppo. Il 30 maggio 1904, in un discorso alla Camera diceva: Credo che il guardare con grande indifferenza un fenomeno di questo genere (l'immi– grazione in Italia delle corporazioni religiose espulse dalla Francia) non sia indizio di debo– lezza. ( ... ) Il principio nostro è questo, che lo Stato e la Chiesa sono due parallele che non si debbono incontrare mai. Guai alla Chiesa il giorno che volesse invadere i poteri dello Stato! Libertà per tutti entro i limiti della legge: questo è il nostro programma. E come lo applichiamo a tutti i partiti che sono fuori della Costituzione da un estremo, l'appli– chiamo a quelli che sono fuori dall'altra parte. 1 Quando fu sul punto di morte, nel 1928, dichiarò che voleva morire in seno alla Chiesa cattolica, cosi come era sempre vissuto, e chiese che gli venissero fatti i fune– rali religiosi. Molti lavoratori nelle città, quando non sono completamente irreligiosi, hanno di regola questa mentalità indifferente. Non sarà mai possibile, per un italiano di questo tipo, capire come mai un uomo di buon senso possa farsi cattivo sangue per gli •affari del papa, invece d'andare a prendere una boccata d'aria buona o a giuocare una par– tita a e.arte nelle ore di riposo. Il folklore italiano è pieno di racconti in cui preti, frati e monache sono oggetto di riso. La poesia dialettale italiana prende spesso a bersaglio della sua satira in modo dilettevole preti, cardinali e papi. Il popolino di Roma è uno degli esempi piu caratteristici di questo cattolicesimo indifferente e mot– teggiatore, e c'è un vecchio modo di dire: "A Roma si fa la fede, Ed altrove c1 s1 crede. " Il gruppo degli " idolatri " forma la massa della popolazione tra i ceti piu bassi del Mezzogiorno, in quasi tutti gli antichi territori pontifici, e in buona parte della Toscana. I popolani che a Napoli insultano l'immagine del loro santo patrono chia– mandolo " vigliacco " quando tarda a compiere il miracolo dello scioglimento del sangue; i contadini che adorano la loro Madonna, ma considerano inferiore la Ma– donna dei paesi vicini, o credono e praticano la stregoneria, o compiono tutto il per– corso all'interno di un santuario per recarsi a venerare l'idolo miracoloso leccando con la lingua il pavimento; la prostituta che nella sua " stanza di lavoro" tiene una lam– pada perpetua davanti alla sacra immagine... Tutti questi idolatri si devono conside– rare cattolici? Non oserei rispondere in senso affermativo, non solo perché la fede e gli ideali della Chiesa cattolica non meritano questa offesa, ma anche perché le dottrine della Chiesa e l'insegnamento del clero non hanno nessuna vera influenza su questa parte idolatra della popolazione. Per essi i sacramenti non sono altro che riti magici, e il prete, dopo aver compiuto questi riti, è per essi un uomo come tutti gli altri, se è abbastanza fortunato da non essere considerato persona di dubbia moralità; e il papa è una specie di essere mitico, con il quale non hanno niente in comune; e mentre si comportano con generosità, tenuto conto della loro miseria, nei confronti dei santuari locali, al papa mandano poco o niente. Non bisogna però credere che gli idolatri siano degli esseri moralmente inferiori; di regola essi amano la loro famiglia, sono lavoratori, rifuggono dagli eccessi, e sono profondamente onesti. In mezzo a loro si trovano individui piu o meno morali nella stessa proporzione che in ogni altro gruppo di popolazione. L'ignoranza e la super– stizione sono malattie dell'intelletto, non del cuore. Ed eccoci finalmente ai cattolici effettivi, che accettano nella dottrina e nella morale i canoni della Chiesa, e ad essi conformano la loro condotta, per quanto glielo consente la fragilità umana. 1 Atti Parlamentari, Camera, Discussioni, Legislatura XXI, 2n sessione, pp. r 3.1 34, r 3. r 35. 420 BiblotecaGino Bianco

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