Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il colpo di stato del maggio 1915 popolo italiano era di giungere alla conclusione che l'intervento in guerra non era altro che il risultato di una capricciosa perversità da parte degli uomini politici. I gruppi favorevoli all'intervento trascinarono nella loro scia solo una. piccola parte della popolazione. Nelle città e nelle campagne le masse dei lavo– ratori appoggiavano o i socialisti o i cattolici ed erano in favore della neutralità. Chi, nell'autunno del 1914, avesse cercato di spingere lo sguardo nel fu– turo, ne avrebbe tratto le previsioni che l'Italia sarebbe rimasta neutrale, poi– ché la grande maggioranza di deputati e di senatori, il partito socialista,. il Vaticano, le organizzazioni cattoliche, i ceti piu elevati, una parte notevole dei ceti medi, e l'enorme maggioranza delle classi lavoratrici nelle città come nelle campagne erano favorevoli alla neutralità. Il governo di Vienna nei suoi rapporti con il governo italiano basò la sua çondotta su questa assunzione. Si senti'.al sicuro dal pericolo di una guerra sulla frontiera italiana, e quindi pen– sò che non c'era bisogno di fare nessuna concessione. Mentre gli italiani si scindevano in neutralisti e interventisti, il presidente del Consiglio, Salandra, e il ministro degli Esteri, Sonnino, non si preoccu~ parono mai di portare un po' di ordine in questo caos spirituale. Appartene– vano a quella vecchia tradizione conservatrice, secondo la quale il diritto di pensare e di comandare apparteneva ad una minoranza di "notabili," mentre i " sudditi " dovevano obbedire e, se necessario, morire senza pensare, o tutt'al piu pensare quello che i "notabili" volevano che pensassero. Se Salandra e Sonnino fossero vissuti in Francia prima della rivoluzione del 1848, sarebbero stati dei fedeli sostenitori di Guizot, e con la loro ostinata arroganza avreb– bero aiutato Guizot a rendere inevitabile la rivoluzione del 1848. Questi due uomini entrarono in guerra senza neppure sognarsi che la guerra sarebbe stata fatta da milioni di uomini, i quali non potevano essere mandati a morire senza che si dicesse loro perché. Essi non riuscirono mai ad a.ffer.rarela gra– vità di una crisi che stava mettendo sottosopra non solo l'equilibrio politico internazionale, ma le stesse basi dell'ordine sociale europeo. Negoziavano con i governi di Berlino e di Vienna cosf come con quelli dell'Intesa antitedesca, come se non esistesse nessun popolo italiano. Ai loro amici non dettero mai nessuna istruzione precisa su quanto era da farsi, e neppure cercarono di gua– dagnare alla loro causa dei possibili oppositori. Il popolo italiano nel 1915 e il popolo degli Stati Uniti nel 1917 entrarono in guerra senza dover affrontare nessun pericolo immediato. Nessuno potrebbe affermare che l'Italia nel 1915 o gli Stati Uniti nel 1917 comb~ttevano una guerra difensiva. Non vi fu nes– suna Pearl Harbor per l'Italia nel 1915. Ma il popolo americano trovò nel pre– sidente Wilson un leader che dette alla guerra una impronta idealistica. Sa– landra e Sonnino erano dei "realisti." Davanti al popolo italiano sventola– rono soltanto la bandiera del " sacro egoismo. " Si dovette ancora al loro "realismo" se gli italiani ne conclusero che la guerra era un delitto commesso contro di loro dalla cattiva volontà del loro governo. I , Fu solo nei primi. giorni di maggio del 1915 che tutti in Italia compre- sero che il governo si era alleato con la Triplice Intesa contro le ·potenze cen- ~BiblotecaGino Bianco

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