Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il colpo di stato del maggio 1915 sco, Bethmann Hollweg, nel maggio del 1915 affermò che il Consiglio dei ministri italiano era entrato in guerra perché era stato comprato con l'oro francese, sebbene egli sapesse perfettamente che in Italia c'erano giornalisti che erano stati comprati non dal solo oro francese ma anche dall'oro tedesco, che i giornalisti mercenari in Italia potevano essere contati sulle dita delle due mani, e che essi non erano il Consiglio dei ministri. Questo era altrettanto onesto e rispettabile dello stesso cancelliere tedesco, anche se i suoi compo– nenti non prendevano la strada che sarebbe piaciuta a lui. Il giornale di Mussolini portava il sottotitolo di '~quotidiano socialista," ed egli ostentava di essere in Italia l'unica autentica salvaguardia della dot– trina socialista rivoluzionaria. Era un socialista rivoluzionario che dissentiva dai suoi antichi compagni, i quali avevano sfuggito il loro dovere rivoluzio– nario. Guai al Re e alla borghesia italiana se si fossero mantenuti fuori dalla guerra contro l'imperialismo tedesco! Una rivoluzione socialista e repubbli– cana avrebbe punito la loro vigliaccheria. Durante i mesi di luglio, agosto e settembre del 1914, il Re e la borghesia avrebbero dovuto fare i conti con una rivoluzione se fossero entrati in guerra. A partire dal novembre del 1914, il loro destino era già segnato se non fossero entrati in guerra. Al tempo stesso Mussolini vedeva nella guerra contro il militarismo tedesco il modo piu opportuno per rovesciare la società capitalista. "Oggi è la guerra, sarà la rivo– luzione domani." 21 La rivoluzione sociale sarebbe stata portata tra i ceti benestanti. D'altra parte, nel partito socialista italiano molte persone sincere erano tormentate nella loro ·coscienza da un penoso dilemma: se accettare l'intervento, o se rimanere legati alle dottrine pacifiste o rivoluzionarie del socialismo. Se Mussolini fosse rimasto nel partito e avesse svolto un'opera fra– terna e amichevole di persuasione, avrebbe ottenuto molte conversioni al suo nuovo punto di vista. Ma la sua natura egoista e violenta non conobbe mai la via della persuasione. Egli cominciò ad accusare come traditori del prole– tariato, vigliacchi, buoni a nulla, quelli stessi socialisti che erano rimasti fedeli al suo precedente insegnamento. Con questi attacchi selvaggi ai suoi compa– gni della vigilia, Mussolini li bloccò nella loro posizione neutralista. Quei socialisti che, convertendosi all'interventismo, avrebbero potuto portare con sé, se non tutto il partito, una buona parte di esso, furono ridotti alla impo– tenza e al silenzio oppure dovettero abbandonare il partito. Mussolini scavò tra l'interventismo democratico e il partito socialista un solco che non si sa– rebbe mai piu potuto colmare. In un certo senso, fu maggiore. il danno che non l'aiuto che egli dette al movimento interventista. Sia tra i gruppi che volevano l'intervento dell'Italia nella guerra europea . che tra quelli che volevano la neutralità non esisteva nessuna omogeneità. Tutti i partiti politici italiani erano divisi e si trovarono in uno stato di grande confusione. La maggioranza dei conservatori, dei cattolici e dei socialisti, e una 21 " Popolo d'Italia, " · 24 gennaio 1915. Bibloteca Gino Bianco

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