Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvat·d: L'Italia dal 1919 al 1929 dell'Intesa antigermanica dopo una lunga e prolungata serie di disastri. La battaglia del Piave, durante l'ultimo anno di guerra, ebbe la stessa importanza storica e strategica della battaglia della Marna durante il primo anno. Quella sconfitta segnò l'ultima ora del- l'Impero austro-ungarico. · Tuttavia le sole battaglie che si ricordano quando si pensa alla prima guerra mon· diale sono la b~ttaglia della Marna, vinta dai francesi, e la battaglia di Caporetto, perduta dagli italiani. Perché? 1) I capi di tutti gli altri eserciti accettarono i loro insuccessi in dignitoso silenzio; mentre il comandante in capo dell'esercito italiano, Cadorna, che con Capello e Badoglio fu uno dei tre capi militari responsabili del disastro, in un bollettino ufficiale diffuso in tutto il mondo, accusò i suoi soldati di vigliaccheria e tradimento. Per aver calunniato i suoi uomini allo scopo di scolparsi, e non per aver perduto la battaglia, avrebbe dovuto esser portato davanti alla corte marziale. Invece, il governo fascista gli ha eretto un mausoleo. 2) Le mire italiane sulla Dalmazia, il Medio Oriente e i territori coloniali in Africa erano in contrasto con quelle dei governi inglese e francese e dei loro vassalli yugoslavi e greci. Di conseguenza, non soltanto la propaganda tedesca ed austriaca, ma anche quella dei piccoli e grandi alleati dell'Italia desiderava di screditare lo sforzo bellico italiano e affermare in tal modo che le sue " smodate ambizioni imperialistiche" erano campate in aria. La sconfitta di Caporetto era proprio quello di cui avevan bisogno, e quindi Caporetto divenne una specie di motivo d'obbligo di tutta la loro musica. 3) A proposito delle loro disavventure militari, i governi degli altri paesi fecero il meno chiasso possibile. Il governo inglese, ad esempio, dopo i terribili disastri di Pas– schendaele (agosto-settembre 1917) e di Cambrai (nov. 1917), di cui si può leggere nelle War Memories di D. Lloyd George (IV, pp. 420, 438-39, 442-43), condusse un'inchiesta, i cui risultati vennero resi noti nel London Times del 16 gennaio 1918, in non piu di ven– tidue righe. La Camera dei comuni si guardò bene dal fare il minimo chiasso, e in tal modo ogni cosa fu messa a tacere. In Italia, dopo Caporetto, si creò una grande commis– sione di inchiesta per appurare la responsabilità del disastro. I lavori della commissione durarono 18 mesi e approdarono, nell'estate 1919, in una enorme relazione in tre grossi volumi in folio. Della relazione si impadronirono i giornali, che ne discussero per intere settimane, scambiandosi accuse e contro accuse. Poi se ne iniziò la discussione alla Ca– mera dei deputati, e se ne discusse dal 6 al 10 settembre. In tal modo, anche coloro che avrebbero dimenticato Caporetto furono obbligati a pensarci sopra di continuo, raggiun– gendo l'unico risultato di perdere una quantità enorme di tempo e di fiato in una discus– sione che non poteva aver piu nessun effetto pratico. 4) In tutti gli altri paesi, " esperti " militari e storici ufficiali hanno avuto cura di mascherare il piu possibile le sventure dei loro eserciti, o almeno di attenuarle, quando non si poteva ignorarle del tutto. Ancora oggi si hanno informazioni molto sommarie a proposito della disintegrazione morale che, nell'estate del 1917, minacciò l'esercito fran– cese. In un libro di 694 pagine di grande formato (Histoire de la Grande Guerre, Paris, Gallimard, 1936), H. Bidou è tanto prudente da dedicare non piu di sei pagine (pp. 5n- 516) all'insuccesso di Nivelle, e non piu di una pagina e quindici righe (pp. 516-518) agli ammutinamenti che seguirono. In Italia, dopo la sconfitta di Caporetto, sorsero amare dispute intorno a chi ne dovesse essere tenuto responsabile. Socialisti, cattolici, Papa Be– nedetto XV, e quegli uomini politici " liberali " che, insieme ai socialisti e ai cattolici, non avevano favorito la continuazione della guerra, furono accusati del disastro. Senza dubbio, lo scoraggiamento, che dopo tre anni di guerra e la disfatta della Russia si era impa– dronito dei soldati, contribui allo sbandamento morale delle forze italiane, dopo che la -sconfitta militare era divenuta evidente, e le recriminazioni di socialisti, cattolici e " libe- rali " contrari alla guerra ebbero la loro parte nel determinare un morale basso. Gruppi " disfattisti" erano all'opera in Italia come in tutti i paesi belligeranti. Poi, durante tutti 312 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=