Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Appendice B. li memoriale Finzi mediatamente assolto dall'accusa di avere ordinato la bastonatura di Amen– dola, per " insufficienza di prove. " 86 Se la Commissione si dette tanta cura di non andare in fondo alla que• stione della lettera di Perrone, non deve sorprendere che non abbia dato ere• dito alle testimonianze di Silvestri, Schiff-Giorgini ed Emanuel, relative al contenuto del memoriale Finzi. Non si saprà probabilmente mai quali intrighi e quali manovre si siano svolti dietro le quinte per far sf che la Commissione pronunciasse quel ver– detto. Ma qualcosa si può arguire dal seguente fatto. Il 17 marzo 1925, fu presentata contro sette persone una denuncia di complicità per la perdita della Leonardo da Vincz', una corazzata affon– data nel porto di Taranto durante la guerra, la notte del 2 agosto 1916. Tra i sette accusati era Cesare Santoro, 87 fratello del senatore Santoro. In altre parole mentre il senatore Santoro svolgeva la funzione di procuratore generale in una causa da cui dipendeva il destino del regime fascista, il fratello era sotto l'accusa di tradimento. Dopo la prima notizia della de– nuncia contro Cesare Santoro, non fu consentito ai giornalisti di pubbli– care niente altro su questa faccenda, sinché il 3 novembre 1925 annun– ciarono che tutti gli imputati erano stati assolti. Proprio in quello stesso giorno ebbe luogo la cosiddetta scoperta dell'attentato Zaniboni, contro Mus– solini, .r. nella crisi che segui: quell'avvenimento 88 l'assoluzione passò inos– servata. ae Luigi Villari, nella " Review of Reviews, " marzo-aprile 1926, scrisse: " La Com– missione senatoriale assolse De Bono da tutte le principali accuse per inesistenza di reato o per non aver commesso il fatto attribuitogli; lo assolse per insufficienza di prove solo da tre accuse minori, e cioè: l'azione insufficiente di De Bono nel procedere all'arresto delle per• sone accusate dell'aggressione contro Amendola; nell'aver portato il bagaglio di Dumini, dopo il suo arresto, nel proprio ufficio per esaminarlo; di avere, due anni prima, rilasciato a Du– mini un passaporto sotto falso nome. " La verità è che la Commissione assolse De Bono per insufficienza di prove dalle seguenti imputazioni: a) complicità nella bastonatura ad Amendola; b) favoreggiamento indebito verso la persona che bastonò Misuri; e) favoreggiamento indebito nei confronti di Dumini per l'affare Matteotti; d) rilascio di passaporti con dati e nomi falsi. Queste, per il nostro propagandista, sono accuse minori contro il capo di una polizia I Nel suo libro, The Fascist Experime,it, p. 75, parlando del giornalista Donati, che aveva presentato al Senato la denuncia contro De Bono, il propagandista scrive che Donati si rifugiò in Fran– cia per timore " di subire un proces~o per diffamazione. " Tutti sanno che un processo per diffamazione avrebbe costretto i giudici a rifare pubblicamente tutto il processo, e De Bono era abbastanza accorto da non correre un tale pericolo. Donati lasciò l'Italia perché fu mi– nacciato di morte, e perché un deputato popolare, Anile, che piu tardi passò al fascismo, disse ai capi del partito popolare che il ministro degli Interni non poteva garantire la vita di Donati. 1T " Corriere della Sera, " 19 marzo 192 5; " Avanti!, " 20 marzo 1925. • Vedi sopra, pp. 118 sgg. teca Gino Bi·anco

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