Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Capitolo primo Lti _rivoluzioneche non ci fu i. I.A nevrastenia del dopoguerra. Tra il 1919 e il 1920 l'Italia, come ogni altro paese, soffrf di quella che si potrebbe chiamare la " nevrastenia del dopoguerra. " Questa malattia che, nella sua forma peggiore, si sviluppò nei paesi sconfitti, rappresentò un grande pericolo anche in quellì che erano usciti vittoriosi dalla guerra, e neppure risparmiò i paesi che erano rimasti neutrali. In Italia essa fu aggra– vata da alcune circostanze particolari. A differenza del Belgio e della Francia, l'Italia non era stata invasa di 1 sorpresa; né il popolo italiano si era trovato all'improvviso coinvolto nella guerra, come ·-i tedeschi, gli austriaci, gli inglesi. Per nove mesi, dall'agosto 1914 al maggio 1915, il problema dell'intervento o della neutralità era stato ampiamente dibattuto. I socialisti e i cattolici, nella quasi totalità, si erano dichiarati contrari alla guerra. I gruppi dirigenti si erano divisi in "inter– ventisti" e "neutralisti" e divisi erano rimasti per tutta la durata del con– flitto. Tale diversità di opinioné aveva impedito alle classi lavoratrici di afferrare ed intendere con una certa chiarezza le· cause e la necessità della guerra. Esse si videro dunque costrette ad affrontare la morte senza sentirne la ragi~ne, e quando la guerra fu finita portarono tornando a casa un pro– fondo risentimento verso tutti coloro che erano al potere. Durante la guerra, e specialmente nel corso del suo ultimo anno, si erano avute poi le piu fantasiose promesse, fatte ai soldati allo scopo di man– tenere alto lo spirito combattiv.o. La pace, si era detto, sarebbe stata assi– curata ai loro figli ed ai loro nipoti; i giovani avrebbero preso nella vita pubblica il posto dei vecchi; la terra sarebbe stata data ai contadini; una radicale riforma nelle leggi e nei costumi avrebbe dimostrato la gratitudine del paese verso tutti coloro che per esso- avevano versato il loro sangue. 1 1 Il 20 novembre 1918, in un discorso alla Camera dei deputati, il presidente de1. Con– siglio, Orlando, esclamò: " Io ebbi già a dire alla Camera che questa guerra era nel tempo stesso la piu grande rivoluzione politica e sociale che la storia ricordi, superando la stessa 3 Bi loteca Gino Bianco

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