Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Prefazione presentativi della loro categoria nel seno di una speciale sezione del Consiglio Superiore. Nel discorso al Congresso della Federazione tenuto a Milano nel 1905, nel quale prospettò i'l suo primitivo progetto di riforma dell'istruzione secondaria, Salvemini chiese come condizione primaria ai fini della serietà dell'attuaz·ione della riforma che essa non venisse "affidata ai decreti ministeriali e reali, e alle circolari e alle istruzioni e ai telegrammi" e che "la interpretazione e il graduale sviluppo II delle leggi di riforma, sottratti all'arbitrio dell'amministrazione, fossero resi "di competenza di un corpo elettivo permanente, senza il cui parere il Ministro non debba assumere nessuna iniziativa, e che potrebb'essere il Consiglio Superiore rinnovato con l'introduzione dei rappresentanti delle scuole secondarie. 1111 Qui si toccava un punto estremamente delicato della politica scolastica, legato ai problemi politici generali, quello del rapporto tra la scuola e l'amministrazione, che involgeva il problema dei poteri dell'amministrazione nel suo insieme. Salvemini impostò il problema partendo dalla sua esigenza federalistica, di responsabilità di ogni potere verso il basso e piu ancora di esercizio diretto del potere da parte degli organi locali e dei diversi gruppi d'interessi. L'accrescimento dei poteri dello Stato lo trovò fortemente avverso. Fu in questo spirito che egli svolse la sua azione nel seno della Federazione degli Insegnanti" Medi e che si pronunciò, come si è già detto, contro l'avocazione allo Stato delle scuole elementari. Questa, a suo avviso, "corrisponde a una tendenza pseudo-democratica, che qualora riuscisse ad ottenere il consenso delle classi lavoratrici, le porterebbe al risultato mistificatore di vedere sostituita alle oligarchie atl . l d . l b . 1118 tua z, non a emocrazta, ma a urocrazia. Il carattere politico dell'azione degl'insegnanti era suggerito a Salvemini anche da una considerazione intrinseca alla natura della personalità dell'insegnante secondario concepita come rivolta essenzialmente all'indagine scientifica e alla formazione dei giovani nella rifiessione critica e nell' esercizio della razionalità. In due discorsi del 1903 e del 1904 Salvemini sviluppò questo argomento. A Cremona ~ nel 1903 - egli affermò che di fronte alle due tendenze che si ritrovano nella crisi della società moderna, "volte l'una a perpetuare il passato, l'altra a suscitar l'avvenire" e polarizzantisi nei due estremi del clericalismo e del socialismo, gl'insegnanti avevano il loro posto "evidentemente segnato." Tra conservazione e rinnovamento, Salvemini affermava, "noi· dobbiamo intervenire nella crisi riordinando il 17 Il discorso tenuto da Salvemini nella seduta antimeridiana del 27 settembre 1905 al Congresso di Milano trovasi in "Atti del Quarto Congresso Nazionale degli Insegnanti delle Scuole Medie," Pistoia, 1905, pp. 264-274. (Scritti sulla scuola, l?P· 225-237.) 18 Scritti sulla scuola, p. 190. xx BibliotecaGino Bianco

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