Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

GiuseppeKirner Il liberalismo borghese anticlericale si stringe in alleanza con la reazione clericale: e quantunque non osi ancora manifestare sinceramente la sua vera natura, il suo vero intento, che è quella di arrestare il moto di ascensione della classe lavoratrice, e si atteggi ancora a liberale, in realtà si prepara a rinnegare a poco a poco le sue stesse tradizioni per difendere tutti gl'interessi parassitari che le conquiste del quarto stato distruggerebbero inesorabilmente. La città vostra, o cittadini di Reggio, per l'azione eminentemente democratica che vi si è compiuta, per le qualità personali di Camillo Prampolini, ha il vanto di essere quella che piu di altre può permettere una previsione e un giudizio sul momento presente della vita nazionale. La sconfitta di lui significherebbe che la libertà e la democrazia dovrebbero per un certo tempo vestir le gramaglie: la vittoria invece sarà simbolo che le forze retrive prevarranno nella nuova Italia. Ed è appunto questa la ragione che induce noi insegnanti a dare tanta importanza alla votazione di domenica, da farci accorrere qui, da tante diverse città, per dirvi che da voi ci aspettiamo la solenne affermazione che i diritti della civiltà non si possono conculcare. Noi non compiamo opera di politicanti, né siamo tutti socialisti. La nostra Federazione, checché si blateri da gazzettieri piu o meno in buona fede o da illusi, è un'associazione professionale, che non si fa mancipia di un determinato partito, che non serve a interessi particolari, che comprende nel suo seno uomini di opinione diversa e che a nessuno dei suoi soci impone un credo o religioso o politico. Ma dovunque si combatte una lotta per la civiltà, dovunque si trovino di fronte gl'interessi supremi della scuola e della cultura contro le mene di coloro che al progresso si oppongono, ivi accorriamo noi pure. Non siamo una banda di ventura, come hanno voluto chiamarci quelli che non ci hanno intesi o non ci hanno voluto intendere, non vendiamo il nostro voto e il nostro appoggio morale a chi ci paghi meglio; ma, avendo compreso che l'interesse nostro e della scuola coincide con quello del popolo che lavora e che produce la ricchezza nazionale, noi intendiamo partecipare attivamente alla vita politica della nazione e aiutare quella graduale trasformazione della società che, insieme col vantaggio generale, apporterà giorni meno tristi anche per noi. Fu questo l'ultimo suo grande atto come Presidente della Federazione: il lavoro logorante dei tre anni passati gli facevano desiderare un po' di riposo, e rifiutò fermamente la carica che la fiducia e l'affetto dei colleghi per la quarta volta avrebbero amato affidargli. "La cassa è pronta," scrive il 23 aprile nei suoi Diari, "e la Federazione se ne andrà. Come mi sento leggero ora!" Intanto era andato fra sé elaborando e concretando meglio le sue idee politiche. E il 16 aprile scriveva ad un amico: Di una cosa mi sono convinto sempre meglio, ed ora la tengo come articolo di fede: la intima connessione dei problemi concernenti la scuola e la nostra classe, col movimento generale del proletariato e coll'azione socialista. Ormai mi sento orientato non solo verso i partiti democratici in genere - questo lo ero già sin dal congresso di Firenze - ma esclusivamente verso il partito socialista. Dal quale però mi tengono ancora lontano due categorie di socialisti. 1) Gli anarcoidi bagoloni, gretti, ignoranti. Degli scatti anarchici, delle impulsività credo ne abbiamo un po' tutti, ed anch'io non riesco a guardarmene: quando vedo un ministero come questo mi vien voglia di augurare un ·cataclisma universale; ma poi la ragione riprende il sopravvento: invece in certuni l'anarchismo è cosi intimamente connaturato che non se ne possono liberare mai: e intanto con gli eccessi rovinano tutto. 2) I socialisti massoni. Di questi due elementi deleteri temo ed aborro piu i secondi. Se il partito socialista espellerà dal suo seno questa genia, non solo a parole ma sul serio, se continuerà a fare opera epuratrice, cominciando da se stesso, mi ci ascriverò anch'io con· gioia e con entusiasmo. Per ora starò 151 BibliotecaGino Bianco

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