Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Giuseppe Kimer travano, si elidevano a vicenda, confondevano le idee, davano l'impressione di una babilonia indisciplinabile. Il Kirner non s'impazientiva, non si spaventava. Lo sosteneva una fede sicura nell'ordinamento democratico della Federazione e nella intelligenza dei colleghi. Sapeva che gli insegnanti hanno, insieme ai difetti, anche i pregi della cultura. Occorre lasciare che discutano a lungo, si accapiglino, magari s'insolentiscano con comodo: alla fine si mettono d'accord "I ., " . "" d 1 b d 1 1 ., ·1 be o. n tutto c10, scriveva, ve e ene e e ma e; ma pm 1 ne: la ponderazione, che il male: la lentezza." - "Strillino pure, ma almeno si muovano una buona volta, questi insegnanti cos{ torpidi e cos{ indifferenti sempre. Viva l'opposizione!" Il professore, in generale, non è uno strumento che ripete meccanicamente la sua parte; ma gli studi compiuti e l'attività scientifica lo fanno essere un uomo, che pensa con la sua testa, e nelle questioni proposte vede lati e aspetti diversissimi. Aggiungasi che i problemi sul miglioramento economico e sulla difesa dei nostri diritti non sono tanto semplici quanto potrebbero sembrare a prima vista. Di qui avviene che l'accordo dei pensieri e delle volontà non può essere stabilito da un momento all'altro, com 'è invece possibile per altre classi di persone e in altre questioni. Ora se l'organizzazione è, com'è di fatti, coordinamento e subordinamento di volontà individuali, tra i professori l'organizzazione per necessità procede lentamente... Biasimare per tanto nella nostra Federazione la grande varietà di opinioni e di proposte significa disconoscere la natura e la portata del nostro movimento... Dalla discussione continua deve evolversi la volontà e il pensiero collettivo degli insegnanti: da apparente disordine nasce via via l'accordo. Perciò non affrettava mai artificiosamente il manifestarsi e lo svilupparsi delle idee: lasciava che l'esperienza operasse naturalmente negli altri e su di lui. "Saranno le circostanze e gli impulsi dell'esterno quelli che dovranno dirigere via via l'azione mia." - "Tu, se non erro nel giudizio," scrive a un amico, "vorresti domare gli avvenimenti e guidarli a modo tuo, e vedi quindi fiacca, forse sconclusionata l'opera mia: io credo di esser piu calmo e piu equilibrato, e mi preoccupo piu di seguire gli avvenimenti, e di fare un passo per volta." · Il che non vuol dire che Egli assistesse inerte al prorompere e cozzare degli opposti pareri, lasciando che la massa trovasse da sé la via, funzionando da registratore e servitore automatico della volontà dei piu, scansando passivamente ogni responsabilità ed assicurandosi con un facile opportunismo sicura popolarità e quieto vivere. No davvero. "Bel caos che sarebbe la Federazione, se nessuno di coloro che dalla fiducia dei colleghi sono stati chiamati a dirigerne gli atti, dovesse mettere la forza del proprio pensiero a servizio della causa comune collo scopo di ridurre a unità e dare forma piu conveniente a quello che si pensa dalle singole associazioni confederate!" A somiglianza di tutti gli uomini veramente rappresentativi della loro classe e del loro tempo, Egli, come non procedeva temerario e sbrigliato, cos{ non seguiva incerto e pauroso il grosso dell'esercito che era chiamato a capitanare. Della moltitudine, che avanzava, · 127 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==