Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La politica degl'insegnanti al Congresso di C1·emona uu; e appena usciremo da questo congresso, ci metteremo al lavoro perché i nostri partiti politici divengano subito propugnatori attivi ed energici del nostro programma professionale. E poiché siamo sicuri che, comunque le cose vadano, esse andranno sempre bene, perciò non ci preoccupiamo del cammino futuro che sappiamo sgombro di scogli, lavoriamo nel presente con fede, con costanza, con giubilo; eleviamo senza paura il monito e la minaccia: "Chi non sarà con noi sarà contro di noi. 11 Ma voi, colleghi conservatori, voi sentite nella vostra coscienza una segreta angoscia: trent'anni d'inerzia dei vostri partiti vi lasciano poco adito a sperare; e non sapendo ancora staccarvi dai vani fantasmi del vostro passato, vi turbate, temete, gridate: "No, no, torniamo indietro, non facciamo nulla; niente elezioni, niente politica, niente alleanze; tutt'al piu qualche ordine del giorno, qualche voto, qualche memoriale; via la politica, vade retro Satana/ 11 All'altro estremo, invece, i colleghi piu ardenti e piu baldanzosi, notando il nostro fatale andare verso un'alleanza con la democrazia ed anticipando ed esagerando il futuro, gridano impazienti: "Perché quest'indugio? perché tante ipocrisie? già che a quel punto si deve arrivare, dichiariamoci aderenti fin da ora ai Partiti popolari. 11 No - noi, corrente intermedia e sperimentale, noi affermiamo: no. La funzione sociale della nostra classe è permanente, e un'associazione professionale e corporativa come la nostra attinge dalla esistenza della classe, che essa rappresenta, la sua perenne ragione di essere e il suo metodo di operare, mentre i partiti politici sono formazioni transitorie, e le formule politiche cambiano continuamente di significato, secondo che la realtà ad esse sottostante cambia di contenuto. Chi vi dice che quel gruppo politico, il quale oggi si chiama ed è democratico e prevede con sicurezza che debba accettare il nostro programma professionale di oggi, chi vi dice che continuerà anche domani ad accettare il nostro programma di domani? e se rispondete che un partito veramente democratico non potrà non accettarlo, io rispondo: chi vi dice che coloro, che si chiamano e sono oggi democratici, non possano domani diventare in realtà tutt'altro che democratici, pur continuando sinceramente a chiamarsi tali? e che invece quel dato gruppo politico, il quale oggi si chiama ed è conservatore e ci è avverso o indifferente, non possa domani evolvere fino a non essere piu in contrasto con noi, fino a compier esso nella vita politica una funzione veramente democratica, continuando magari per tradizione a chiamarsi conservatore? Democrazia e aristocrazia sono parole astratte, che da sé sole non dicono nulla: e io per conto mio preferi~co l'aristocrazia liberale inglese alla democrazia giacobina della Francia. Non badiamo alle parole, badiamo ai fatti; non preoccupiamo l'avvenire, approfittiamo del presente; accettiamo tutti i contatti utili, non facciamo nessuna definitiva fusione. Ripensate all'azione politica di quelle Camere del lavoro, che come i Comuni del medio evo rappresentarono nella società feudale i primi nuclei 113 BibliotecaGino Bianco

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