Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Contributo alla riforma del programma minimlì il proletariato in partito di classe, nel sollecitare e dirigere la trasformazio– ne sociale, nel propugnare delle riforme immediate. Ora, il metodo, che ci guida nella escogitazione delle riforme immediate, non è diverso oggi da quello che sarà il giorno in cui noi, invece di essere all'opposizione, sa– remo al governo. E oggi e fra cento anni il metodo pratico del nostro partito sarà sempre lo stesso: partire dalle condizioni attuali della società in un dato momento, ed avendo sempre di mira il punto verso cui, secondo noi, la società cammina, proporre le riforme, che in quel momento possono essere ottenute per mezzo dell'opera diretta o indiretta del proletariato. La differenza fra oggi e il tempo, in cui il proletariato sarà padrone dei poteri pubblici, consiste solo in questo: ·che oggi è la borghesia quella che, obbligata da noi, fa le riforme; in avvenire saremo noi; oggi siamo 09bligati alla virtu della temperanza; ma, come si vede,· questa è differenza di grado e· non di sostanza. Come oggi, cosf al tempo in cui il proletariato sarà pa– drone dei congegni fondamentali del potere politico, il partito socialista non potrà procedere nelle sue riforme prendendo dei gruppi di istituzioni collet– tiviste o pretese collettiviste e piantandole senz'altro nella società borghese; questo era il metodo dell'Owen, del Fourier e degli altri socialisti utopisti di buona memoria. Il partito socialista dovrà solo compiere, secondo• che se ne presenterà la occasione o la necessità, tutte le riforme comportabili colle condizioni in cui si troverà ,la società in quel dato momento, e che possono produrre un rafforzamento del proletariato e un progresso sulla via della socializzazione. Per tal modo non sarà impossibile, anche sotto un Governo socialista, che nei primi tempi, e magari per molti e molti anni, alcune forme di pro– duzione e di scambio si sottraggano alla socializzazione, mentre altre sieno perfettamente socializzate. Cosf sarà possibilissimo che, almeno per i primi tempi, accanto all'antico latifondo espropriato e sottomesso al lavoro sociale, si conservino le piccole proprietà destinate ad essere a poco a poco assorbite pacificamente e dolcemente dalla proprietà collettiva, ma lasciate libere dal Governo socialista e non sottomesse alla espropriazione forzata, per le enormi difficoltà che la espropriazione simultanea di tanti proprietari dovrebbe superare. Certo, per quelli che vogliono il mondo costruito geometricamente, questa coesistenza della proprietà privata e della proprietà collettiva è illo– gica; ma il processo pratico delle cose è qualcosa di ben diverso dal pro– cesso logico. Il processo logico è, per una necessità della nostra mente, sem– plice e può venir rappresentato con una linea retta; il processo pratico è complesso e solo lentamente e solo attraverso continue oscillazioni si va avvicinando al processo logico, per via di approssimazioni successive, direbbe il Pareto, finché, a distanza piu o meno lontana, forse anche a distanza infi– nita, i due processi si fondono. in uno solo. Ciò posto, è chiaro che noi non abbiamo due programmi: uno ·massimo, uno minimo; uno di governo, uno d'opposizione. Noi non abbiamo che un metodo ricostruttivo, il quale suggerisce, a seconda delle circostanze, riforme 55 BibliotecaGino Bianco

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