Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione amministrativa a Torino e altrove1 La comm1ss1one incaricata dal partito socialista torinese 2 di studiare il bilancio municipale e di fare proposte opportune in armonia col nostro pro– gramma minimo, dopo aver fatto sull'opera delle amministrazioni borghesi un magnifico lavoro di critica, che dovrebbe esser fatto per tutti i comuni italiani, si è proposto il seguente problema: "Date le attuali tristissime condizioni del bilancio municipale torinese, data la attuale legislazione italiana, che cosa si può fare per amministrare il comune, senza gravar la mano sul proletario? " Posto il problema in questi termini, era naturale che la commissione venisse avanti con proposte, che qualunque partito borghese mediocremente intelligente e onesto potrebbe fare; è naturale che la commissione, come dice il Turati, invece di covare l'aquilotto socialista, abbia covato un sem– plice pulcino democratico. Ma, dati i termini nei quali era impostato il problema, era possibile fare altrimenti? A voler amministrare i comuni secondo le leggi vigenti, il nostro partito o deve farsi piccino piccino, come vuole la commissione torinese, e perdere ogni carattere socialista, oppure deve rinunziare, come vuole il Sam– bucco, alla conquista del comune, cioè deve abdicare a qualunque azione pratica immediata, per prepararsi alla palingenesi finale, alla conquista del Governo centrale, dalla quale cleriveranno come corollari le riforme vere, le riforme utili, le riforme per le quali sole torna conto lavorare e battersi. Via di mezzo non c'è. Quelli che criticano le proposte della maggioran– za della commissione torinese e le rifiutano, senza risalire ai termini primi del problema, fanno opera perfettamente vana. Voi respingete la tassa pro– gressiv:a, che non è socialista, e proponete la municipalizzazione dei servizi pubblici. Ma potrete voi municipalizzarli questi servizi pubblici? Provatevi a municipalizzare il servizio delle tranvie; c'è una legge che ve lo impedisce, una legge votata l'anno scorso in una di quelle soporifere sedute antimeri– diane, a cui non assistono quasi mai i deputati socialisti. Provatevi a muni– cipalizzare il servizio della panificazione; se non c'è una legge che ve lo impedisce, il prefetto e la giunta amministrativa troveranno mille cavilli per annullar le vostre deliberazioni; voi ricorrete al Consiglio di Stato e questo dà naturalmente ragione al prefetto. E allora voi o vi rimangiate le vostre 1 Riprodotto in Scritti sulla questione meridionale cit., pp. 23-31. [N.d.C.] 2 Nel fascicolo di "Critica Sociale" del 1 febbraio era apparso un articolo di Carlo Sam– bucco: I socialisti torinesi alla conquista del comune dove si sosteneva la tesi dell'astensione, contro la quale Salvemini qui polemizza. L'articolo di Salvemini è seguito da una postilla di consenso, fumata "La Critica." [N.d.C.J 45 BibliotecaGino Bianco

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