Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale generazione. Non sarebbero prodotte da essi col tempo - mettiamo fra una generazione - in numero sufficiente "guide" che si metterebbero a capo delle moltitudini lavoratrici contro U.f?.a borghesia marcia che deve sparire? In quali partiti quelle "guide" militerebbero, non importa. Quello che importa è che esse aiuterebbero quella popolazione a diventare popolo. A costo di far ridere tutto il mondo alle mie spalle, suppongo che un gruppo di cittadini settentrionali si metta a predicare che i primi vinci– tori dei concorsi nazionali per le scuole secondarie dovrebbero essere man– dati a coprire le cattedre che via via rimanessero libere nelle scuole meri– dionali per i primi cinque anni della loro carriera, pagati con stipendio doppio per indennità di disagiata residenza, e ogni· anno dovrebbe essere contato loro come due nel computo della pensione; dopo quei cinque anni, avrebbero il diritto di essere trasferiti in sedi da loro scelte, quando non preferissero rimanere laggiu. Se quel gruppo di italiani del Nord, a furia di battere e ribattere su questo chiodo, arrivasse a persuadere un numero sufficiente di italiani, e imponesse al Governo - chiunque esso fosse - quel provvedime~to scolastico, venti anni di siffatto regime non rinnoverebbero le classi dirigenti dell'Italia meridionale? Questo non risolverebbe su due piedi la questione meridionale. Ma in vent'anni aiuterebbe a risolvere una delle questioni meridionali, la piu essenziale di tutte: la preparazione di una classe dirigente meno sciagurata. Non affermo che dovremmo domandare quel provvedimento scolastico e starcene poi con le mani in mano ad aspettare che produca i suoi effetti fra una generazione. No davvero. Continuiamo pure, ognuno per conto proprio, ad agitare i problemi dal cui viluppo è formata la questione meri– dionale; continuiamo pure, ognuno .per conto proprio, a seguire quelle vie e quei metodi che crediamo migliori; ma mettiamoci d'accordo almeno su questo che, dopo tutto, né ha nulla di rivoluzionario, né impedirebbe nessu– na rivoluzione, se questa fosse realmente possibile. Maggio 1955 [Da Scritti sulla questione meridionale cit., pp. VIII-XLI.] • 692 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=