Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riepilogo A questo punto qualcuno mi dirà: "Non sei, dunque, tu quel desso, che, fra il 1900 e la prima guerra mondiale, fece una campagna cosI osti– nata (e solitaria) per il suffragio universale? Non era quella campagna basata sulla aspettazione che le popolazioni meridionali avrebbero trovato, attraverso l'uso del suffragio universale, la via per risollevarsi dalla loro depressione? Hai messo dell'acqua nel vino del suffragio universale?" Son io quel desso, e nel suffragio universale non ho messo nessun'ac– qua. E continuo a ritenere che il suffragio è la sola arma politica, da cui il contadiname pùssa ricavare vantaggi, via via che. imparerà a farne uso. Anche cosI come è oggi, quella massa anonima ed imponente, per il solo · fatto che può votare, esercita una pressione di paura sui politicanti di tutti i partiti. Né democristiani di destra è di sinistra, né comunisti, né socia– listi, né liberali di destra o di sinistra, parlerebbero tanto di questione fondiaria e di questione agraria, se il contadiname meridionale non pos– sedesse il diritto di voto. Solamente il processo sarà molto piu lungo che non credessi una volta. La macchina sociale, ha scritto Cattaneo, è lenta a muoversi, e non si muove senza gran rumore, e molte volte fa un gran rumore e non si muove affatto. In tutti gli scritti qui raccolti, i'aiuto degli Italiani del Nord è invo– cato perché dieno una mano a chi si trova laggiu a combattere con difficoltà che al Nord sono sconosciute. . Quando Umberto Zanotti-Bianco, un piemontese-inglese, e i suoi amici settentrionali fondarono la _Società del Mezzogiorno sotto il patrocinio di Pasquale Villari e,Leopoldo Franchetti, dopo il terremoto calabro-siculo del 1908, mi si apd il cuore alla speranza. Ma, per quanto quella Società abbia fatto miracoli coi pochi mezzi di cui disponeva, e abbia ripreso il lavoro dopo la tempesta fascista, la sua opera è stata, ed è, una goccia nel deserto. Ed è rimasta senza imitatori. Gli apostoli sono sempre stati scarsi a questo mondo, e non si può fare su di essi un assegnamento continuativo. L'esperienza prefascista e postfascista ha dimostrato che i settentrionali hanno troppi problemi sulle braccia a casa loro per potersi occupare di quanto avviene in casa altrui, quando non profittano consapevolmente dell'avvili– mento altrui. Con tutto questo, io non so abbandonare ogni speranza. Ho osservato sempre che -in quelle città meridionali, nelle cui scuole secondarie ha insegnato, magari cinquant'anni· or sono, un uomo di vero valore intellettuale e morale, sono sempre rimasti alcuni discepoli, che non hanno finito con andare a giocare la sera a tressette nel circolo dei "galan– tuomini," non hanno preso parte a nessun carnevale elettorale, sono venuti all'aperto, facendo il loro dovere di cittadini e... sono stati schiacciati. Sarebbe possibile moltiplicare nell'Italia meridionale gli insegnanti-uomi– ni? Non si tratterebbe di aspettare resultati immediati, ma lasciare che la loro opera - seme sotto la neve - fruttifichi col tempo: mettiamo fra una 691 BibliotecaGino Bianco

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