Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riepilogo sione di insegnanti elementari, e via via. Lui era un eroico rivoluzionario e io un vile riformista. Or ecco come fu che andai in prefettura quella sola volta. Nel comune della provincia a cui apparteneva la cooperativa, di cui parlai poco fa, erano state indette le elezioni amministrative. Il partito del deputato "go– vernativo" - il protettore dell'altra cooj)erativa - prevedeva la sconfitta, dato che i lavoratori stavano in grandissima maggioranza coi combattenti. Il deputato ebbe allora un'idea brillante: fece annunziare che sarebbe riu– scito a fare rinviare le elezioni. Questo fatto avrebbe dimostrato clamo– rosamente che lui era onnipotente, cosf da poter ottenere dal prefetto un provvedimento del tutto illegale, come il rinvio di elezioni già indette, senza nessun motivo di alcun genere, salvo la volontà del deputato "gover– nativo." Se questo trucco fosse riescito, sarebbe stato chiaro che il depu– tato dei combattenti - cioè a dire io - non contava un corno, e gli elettori si sarebbero scoraggiati e sbandati, vedendo che contro forza la ragion non vale. Che cosa potevo fare io? Andai in prefettura, e dissi al prefetto che, se lui rinviava le elezioni, io avrei fatto metter fuoco dai contadini alla casa del deputato e a quelle di tutti i "galantuomini" che formavano il suo partito. Come avrei fatto a far bruciare quelle case, dove avrei trovato la benzina per una operazione cosf vasta, in coscienza non sapevo. Facevo del bluff. Ma il prefetto, che probabilmente non aveva voglia di violare la legge per contentare il deputato governativo, fece vi– sta di credere alla mia ferocia incendiatrice. Può anche darsi, però, che ci abbia creduto. Comunque lasciò le elezioni amministrative al giorno per cui erano state fissate. E i combattenti sconfissero i "galantuomini" e conquistaro11:o il municipio. I fascisti resero impossibile dal 1921 al 1943 ogni specie di organizza– zione e di educazione politica fra le moltitudini, tanto nel Sud quanto nel Nord. Nel 1945, non appena superata la crisi del secondo dopoguerra, il filo spezzato si è riallacciato, e la pioggia dei piccoli borghesi intellettuali sulle organizzazioni contadinesche meridionali, si è riprodotta, anzi è di– ventata intensissima. Uomini che hanno conoscenza immediata di laggiu, e ai quali dò fede, mi assicurano che la pratica del suffragio universale e delle amministrazioni locali comincia a produrvi qualche frutto. In parecchi luoghi i contadini vanno buttando fuori dalle loro organizzazioni sindacali e politiche gli avvocati e simili insetti, che vi si erano annidati durante il parapiglia del secondo dopoguerra. Il fenomeno è limitato ai comuni minori, e si capisce perché: i pro– blemi di un piccolo comune possono essere compresi, con un minimo di buon senso e di buona fede, anche da uomini e donne di cultura assai limitata. Ma, via via che il comune diventa piu popoloso, i problemi ére- 685 BibliotecaGino Bianco

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