Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riepilogo fascia costiera di piccole proprietà intensamente coltivate faceva eccezione a quella regola: avrei saputo e detto che il latifondo copriva soltanto la Si– cilia centrale e occidentale e parte della Calabria; oltre alle zone a piccola proprietà intensamente coltivata e a latifondo sfruttato da una agricoltura miserabile, la regola era una piccola proprietà non meno mal coltivata e non meno miserabile che il latifondo, e questo problema era ancora piu difficile a risolvere che quello del latifondo, e formava i quattro quinti del– la questione meridionale. Lessi, anzi divorai, il libro di Nitti, Nord e Sud, uscito nel 1900. Quel libro fece assai per ·diffondere in Italia la persuasione che una "questione meridionale" esisteva e doveva essere affrontata. Questo merito di Nitti sarebbe iniquo ignorare o attenuare. Io mi occupai di quel 'libro a lungo sulla Critica Sociale. 4 Nitti era persuaso che "lo Stato" si sarebbe consoli– ·dato portando a vita migliore l'Italia meridionale, e perciò aspettava la so– luzione del problema da uno "Stato" diventato saggio, cioè da quella cer– ta cosa "lo Stato," che o era un fiatus vocis o era quella stessa borghesia la quak dava il personale al Parlamento e all'amministrazione, cioè era la vera e propria responsabile della politica dimostrata funesta da Nitti ! Io che della borghesia non sapevo che farmene - e anche oggi non saprei éhe far– mene per l'Italia meridionale - aspettavo la salv~zza dal proletariato set– tentrionale che avrebbe dato al proletariato meridionale un regime federale, dal quale sarebbe stata esclusa una borghesia indegna di governare. Il pro– letariato era la nuova forza motrice della storia e da quella mi aspettavo la soluzione di tutte le questioni, quindi anche della questione meridionale. Ecco spiegato il mio scritto del 1902, nel quale opponevo all'unitarismo amministrativo di Nitti il federalismo di Cattaneo. Il quale federalismo arrivava alle piu estreme conseguenze nello scrit– to sull'Amministrazione municipale di Napoli (quello che porta il n. 8 di questa raccolta5). Bisognava dare l'autonomia amministrativa, non solo alla città di Napoli, ma, nella stessa città di Napoli, ai diversi quartieri. Il proletariato doveva essere liberato dalle catene dell'accentramento, non _solo nazionale, ma anche municipale; e allora si sarebbe risanata quella che go– deva fama di essere la peggio amministrata fra le maggiori città italiane. Nitti continuò ad aspettare la soluzione della questione meridionale da un rinsavimento della borghesia, e nella çostituzione del 1946-47 com– batté risolutamente la istituzione delle regioni, nelle quali temeva un peri– colo all'unità nazionale. Alla mia volta, io vidi a poco a poco svanire in me la fiducia che il proletariato settentrionale mettesse in pericolo i vantag-_ gi che dallo sfruttamento economiéo del Mezzogiorno ricavavano tutte le classi sociali, compreso il proletariato, dell'Italia settentrionale. 4 Cfr. in questa raccolta pp. 157-191. [N.d.C.] 5 Cfr. in questa raccolta pp. 207-221. [N.d.C.J BibliotecaGino Bianco 673

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