Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale nel Nord, se avesse potuto? Nel Nord avrebbe trovato. resistenza. Nel Sud non trovò che complici e servitori. Questo è il punto. Dal 1887 al 1896, per dieci anni - salvo un ann'o e mezzo occupato da Giolitti - vi furono due primi ministri siciliani: Crispi dal 1887 al 1891; Rudinf dàl 1891 al 1892; Crispi, di nuovo, dalla fine del 1893 al 1896; Rudinf, di nuovo, dal 1896 al 1898. Che cosa fecero quei due Siciliani per opporsi a quella che nel Mezzogiorno è chiamata oggi "mafia del Nord"? Per dieci anni Achille Starace fu segretario onnipotente del partito fa– scista. Veniva dalla Terra d'Otranto. Fece asfaltare nella sua provincia anche le strade vicinali. Ma non mai come allora la "mafia del Nord" sfrut– tò l'Italia meridionale .. La piccola borghesia intellettuale meridionale ha sempre ·dato teste vuote, che correvano dietro alle fantasie coloniali invece di .domandare stra– de e scuole, scuole e strade. Per, i deputati figliati da quella piccola bor– ghesia intellettuale ha avuto sempre piu importanza una elezione comu– nale, che un trattato internazionale. Sono le cose mutate? Non credo. Ella ha ragione, quand~ dice che non è colpa degli elettori meridionali, se questi non hanno modo di imporre la soluzione dei loro problemi: in fondo possono solamente scegliere fra i candidati proposti dai partiti. Col– pa dei "partiti," dunque. Colpa sempre di· qualcuno, che non siamo noi stessi! Ma i "partiti" non sono uomini in carne ed ossa? Non ci sono i meri– dionali ("piccoli borghesi intellettuali," e non "il popolo meridionale'!) nel– le direzioni dei "partiti"? Come mai quando •debbono essere designati i candidati per l'Italia meridionale, i "partiti" - cioè i piccoli borghesi in– tellettuali meridionali che stanno nelle direzioni dei partiti - scelgono per l'Italia meridionale candidati quasi tutti buoni a niente? La Sicilia - Ella scrive - "vuole la libertà economica nella unità na– zionale." Niente da obiettare. Ma anche "la Sicilia" è parola astratta. I Siciliani in •carne ed ossa che cosa vogliono? I deputati e senatori siciliani che, cosa fanno .per quella libertà economica nell'unità nazionale? . "Il Nord," secondo Lei, ha falsato "i veri intenti" degli indipendentisti siciliani. - Sia. Ma costoro perché lasciarono falsare i loro "veri intenti"? Io sospetto che non avessero e non abbiano in' testa altro intento che quello di sos.tituire un accentramento palermitano all'accentramento romano: guer– ra fra la mafia e la camorra, e non fra federalismo e dispotismo amministra– t~vo. Non vedo che cosa la Sicilia possa guadagnare da despoti imbroglioni sedenti su poltrone di Roma. Ella spera la salvezza da una dittatura, e la dittatura la chiama "li– bertà." Spera dunque la salvezza dalla Russia? Per conto mio, se potessi sperare dai comunisti una rottura, anche vio– lentissima, nelle condizioni economiche, sociali, intellettuali e morali del Mezzogiorno, mi darei a militare coi comunisti; beninteso che chiamerei 648 BibliotecaGino Bianco

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