Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Federalismo e regionalismo l'Adriatico. Ma quella regione fisica non formò mai nella storia un'unica amministrazione politica o amministrativa. Che i fiumi di quella regione fi– sica vadano tutti all'Adriatico, non c'è dubbio. Ma gli uomini non sono goc– ce d'acqua. Chi mi sa dire perché un cittadino di Rimini, se ha da trattare un affare con l'amministrazione provinciale di Rimini, invece di buttarsi a mare con le acque vicine a lui, debba andare alla nuova capitale regionale. E quale! Bologna? Ravenna? Castelbolognese? Tutto dipenderà dal capric– cio dei parlamentari o burocrati romani, secondo il caso. E se le Amministrazioni comunali, provinciali, o regionali - voi mi domanderete - facessero degli spropositi? - I contribuenti li paghereb– bero, e li farebbero pagare ai partiti responsabili. I prefetti non dovrebbero avere nessun diritto di intervenire per accumulare le proprie cattive azioni sugli spropositi delle Amministrazioni locali. La "regione" non sarebbe stata inserita nella Costituzione del 1948 - secondo il metodo di Mazzini e non quello di Cattaneo - se non l'avessero voluta i clericali. Quando i clericali erano ostili sistematicamente all'unità politica ita– liana - fra il 1870 e il 1904 - o erano fuori del Governo pur non essen– dogli piu sistematicamente ostili - dal 1904 in poi, - combattevano l'ac– centramento burocratico, e domandavano la massima possibile estensione delle autonomie locali e la creazione di Amministrazioni regionali. Con un'amministrazione decentrata al massimo grado, mentre la Chiesa cattolica aveva un'amministrazione accentrata al massimo grado, il clero cat– tolico credeva di poter conquistare gli Enti locali, gradatamente, l'uno dopo l'altro, senza incontrare l'ostacolo di un'amministrazione accentrata. Era naturale perciò che i clericali, oggi, si ricordassero di avere voluto in Ita– lia le "regioni'' per settanta e piu anni, e le mettessero nella Costituzione. Non è facile fare piazza pulita con le sopravvivenze del passato: gli uomini sono animali di abitudine, e ripetono oggi a pappagallo formule che in altri tempi rispondevano a realtà o desideri di realtà immediate. Ma, mentre ripetevano la formula imparata ai tempi di Pio IX, i cleri– cali nel 1948 hanno conquistato il Governo. Perciò dopo aver messo la regio– ne nella Costituzione, si sono dimenticati di svilupparla. Chi sta bene non si muove, debbono pensare Scelba e De Gasp~ri e Pio XII. I partiti, finché non stanno al governo, sempre criticano il prepotere della burocrazia; ma non appena arrivano al governo, diventano ammiratori della burocrazia, perché ne vedono i vantaggi per chi maneggia i manubri centrali. I comunisti, invece, votarono contro. Credevano di conquistare la mag– gioranza dei mandati nella futura Camera e nel futuro Senato. Perciò l'ac– centramento burocratico non doveva essere rallentato. Le autonomie locali - poco importava se comunali, o provinciali, o regionali - avrebbero crea– to ostacoli sulla via dei comunisti, mentre la burocrazia accentrata sarebbe stata un perfetto strumento di pressione. Non ci sarebbe stato neanche bi- 631 BibliotecaGino Bianco

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