Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale maggioranza nel partito, ottenevano l'effetto di costringere i riformisti ad essere piu esigenti nelle loro sollecitazioni giornaliere presso il Governo e presso le autorità locali, per acquetare con offe piu larghe anche gli agita– tori piu indisciplinati. Quelle pressioni rendevano soprattutto necessario nei deputati l'esercizio continuo di una non facile diplomazia, per essere ministeriali senza provocare scandali: dJ.r battaglie numerose alla Camera sulle sole questioni, in cui erano certi in precedenza di rimanère isolati; as– sentarsi dai voti pericolosi per evitare il pericolo di rendere troppo smilza la maggioranza. E alla loro volta anche i rivoluzionari avevano la loro di– plomazia: chiudere un occhio sulle trattative e sui compromessi, di cui le organizzazioni e i gruppi locali avevano bisogno; attribuire il merito delle conquiste, non all'azione dei deputati, ma alle minacce rivoluzionarie e in– transigenti del proletariato; non domandarsi mai chi facesse in realtà le spe– se di quelle trattative e di quelle minacce... Frattanto l'esperienza di ogni giorno insegnava a molti rivoluzionari, anche fra i piu accesi, il danno degli scioperi a getto continuo e la preferi– bilità delle transazioni pacifiche. I piu accorti passavano, ad uno ad uno, armi e bagagli, nelle file riformiste. Questo sembrava, nella economia gene– rale del movimento socialista, l'ufficio della frazione rivoluzionaria: solle– vare gli animi inerti col fascino dell'ideale rivoluzionario assoluto, in attesa che i temperamenti meglio disposti agli adattamenti colla vita reale, ma– turassero al riformismo, come le nespole maturano sulla paglia. La esaltazione rivoluzionaria, che succedé alla guerra, si innestò con perfetta spontaneità sul tronco delle vecchie abitudini psicologiche. Neanche nei momenti in cui le vecchie e nuove organizzazioni si abbandonavano alle impulsioni piu violente e piu caotiche; neanche quando tutte le frazioni del partito socialista sembravano piu intransigentemente deliberate all'assalto supremo contro la società borghese: neanche allora la cura dei circoscritti interessi immediati si scompagnò mai, in alcun gruppo professionale e loca– le, dall'aspettazione messianica della rivoluzione mondiale. La rivoluzione era il mezzo per realizzare i desideri speciali di ciascun gruppo nella felicità di tutti. Ma non appena si presentava la possibilità di una conquista paci– fica e legale attraverso compromessi con lo "Stato borghese," ciascun grup– po badava a sé, e lasciava che al "corpo a corpo" rivoluzionario continuas– sero a badare gli altri. In tutti i campi dell'azione economica e politica si possono mietere a piene mani le prove di questo curioso stato d'animc:>:rivoluzionario, ~ntran– sigente, massimalista nelle formule teoriche e nelle manifestazioni verbali; riformista, collaborazionista, minimalista nell'azione concreta delle orga– nizzazioni e delle località. L'alto prezzo dello zucchero, per esempio, non fu diminuito nell'inverno del 1920-21 dal Commissariato dei consumi, grazie all'opposizione giust'ap– punto dei deputati socialisti del Ravennate e del Ferrarese, che andarono a 604 BibliotecaGino Bianco

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