Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale Queste cifre vogliono dire che, arrivando ai ventun anno, i lavoratori cittadini dell'Italia settentrionale potevano diventare quasi tutti elettori: ma nell'Italia centrale, quasi un quarto di essi era escluso dal diritto elettorale; e nell'Italia- meridionale, piu di un terzo non poteva aspirare all'elettorato. Dei lavoratori ag.ricoli e dei marinai, un quinto era escluso dal diritto elet– torale nell'Italia settentrionale; circa la metà nell'Italia centrai~; i due terzi nell'Italia meridionale. Questo avveniva per i giovani che toccavano l'età maggiore dopo il 1900, e che avevano potuto approfittare della campagna iniziata negli ulti– mi tempi contro l'analfabetismo. Se risaliamo dai cittadini che verso il 1910 erano fra i venti e i venticinque anni a quelli che erano fra i quaranta e i qua– rantacinque, cioè a quelli che erano nati fra il 1860 e il '70, quando le scuole erano assai piu scarse e gli analfabeti piu numerosi di un terzo, dobbiamo concludere che le classi anziane dei contadini e marinai erano escluse almeno per un quarto dal diritto elettorale nel Nord; per quasi due terzi nel Centro; per i nove decimi nel Sud. E, degli operai di città, anziani, un terzo era escluso dal voto nell'Italia centrale, piu della metà nell'Italia meridionale e nelle Isole. · La classe proletaria italia9-a, insomma, era spezzata in due ·sottoclass_i politiche: e la frattura politica corrispondeva a un dislivello professionale e regionale. C'era una minoranza di lavoratori, prevalentemente industriali, concentrati nel Nord, e specialmente nelle città maggiori del Nord; e una maggioranza di lavoratori, prevalentemente agricoli, disseminati anche nel Nord, ma formicolanti specialmente nel Sud. I primi aggiungevano il pre– sidio del diritto elettorale alla forza delle migliori condizioni economiche e di una abbastanza diffusa e solida organizzazione di classe. I secondi - salvo i gruppi, che approfittavano di eccezionali condizioni nella zona pa– dana - dovevano portare, oltre al peso della maggiore miseria, e alla infe– riorità della meno solida o addirittura inesistente organizzazione economica, la incapacità politica derivante dalla privazione quasi totale del diritto elet– torale. Quella minoranza economicamente organizzata ed elettoralmente atti– va della classe proletaria, che era concentrata specialmente nelle città set– tentrionali, e nelle campagne emiliane, aveva, non meno della moltitudine disorganizzata e .politicamente inerte, i suoi bisogni, dolorosi e urgenti. Ed era naturale che si interessasse piu specialmente dei bisogni propri. La stessa concentrazione dei gruppi di avanguardia in poche province del Nord, rendeva ad essi tutt'altro che facile· tenere presenti i bisogni della massa maggiore, che era disorganizzata per le campagne dell'Italia del Nord, o era addirittura sequestrata nel Mezzogiorno lontano e sconosciuto. A raccogliere i suoi sforzi per la soluzione dei problemi propri imme– diati e locali, l'avanguardia organizzata ed elettrice era condotta quasi mec– canicamente dalla circostanza, che per questa via essa trovava molto mag- 588 BibliotecaGino Bianco

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