Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale vedere nulla di quello che avveniva. Il pretore che era un galantuomo, iniziò processo per associazione a delinquere contro 47 di quelle brave persone. Venne trasferito in provincia di Pavia, e si dimise per protesta. Il processo fu poi avocato a Bari; i singoli reati vennero divisi, le cose andarono per le lunghe, venne la solita amnistia, nessuno fu condannato. Ma, quando il 17 ottobre 1919 il capo dei mazzieri del 1913 dette l'assalto alla Lega dei contadini, questi lo ammazzarono. Potrei continuare, ma non vale la pena, e fa anche un senso di vergo– gna e di avvilimento, a dover parlare di questi fatti. Chi li conosce, capisce come essendo stati soggetti per tanti anni a un regime di questo genere, quella gente non può avere nessuna fiducia nel Governo. Tutti laggiu san– no che non c'è giustizia in Italia; che bisogna farsi giustizia da sé; perché il Governo è prepotente con i deboli e vigliacco con i forti. Signori, presto avremo le elezioni amministrative. (Interruzioni: "Non tanto presto!") Se Dio ci dà vita, le faremo queste. benedette elezioni. Ebbene, se il Governo le lascerà fare onestamente, sarà un elemento di cal– ma nel nostro paese. Chi sa quello che bolle in pentola laggiu, comprende come lo stato di incertezza e di inquietudine elettorale sia una delle cause, per cui spesso avveng9no polemiche, dalle quali poi prorompono disordini, anche gravi. Quando la povera gente avrà conquistato i propri Comuni, sentirà piu chiaramente la responsabilità delle proprie azioni, anche di fron– te a sé stessa; dovrà magari molte volte attribuire a sé gli errori e le con– seguenze penose che avrà provocato coi suoi errori; e sarà' questa una causa di serenità nella nostra vita politica. Facciamole dunque le elezioni amministrative al piu presto possibile. Non stiamo a discutere sul metodo: il rpetodo giocatevelo magari a testa e corona, giocatevelo a tombola, ma facciamole al piu presto possibile. Ma badiamo a non ritornare alle infamie del 1902-131 · Amici del Gruppo socialista, tra il 1902 e il 1913, quando io cercavo - ero solo allora! - di richiamare l'attenzione degli uomini di onore e di fede nell'Italia settentrionale e centrale sulle infamie ché avvenivano tra di noi, io sentivo molto spesso rispondermi: "Queste cose non avvengono tra noi!" E io replicavo: "Badate, se voi lasciate consolidare questo sistema fra noi, esso si estenderà anche tra voi."· I fatti mi hanno dato ragione: gli assalti all'Avanti! di Milano e di Roma, l'assalto alle sedi riunite di Trieste, i fatti di Lodi, provocati dagli arditi inviati da D' Annunzo, i fatti di To– rino, sono tutti identici alle dolorose storie dell'Italia meridionale! Quando da noi avvengono dei disordini elettorali, essi sono organiz– zati sempre dai delegati di Pubblica Sicurezza. Questa è legge assoluta. Ella, onorevole Corradini, lo sa meglio di me, ma per dovere di ufficio deve dire di no. Quelle vergogne erano attribuite alla nostra barbarie: i deputati della provincia avevano interesse a dire che eravamo selvaggi; questo li faceva 582 BibliotecaGino Bianco

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