Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale piu giusto equilibrio, per sopprimere o rendere meno stridenti le ingiusti– zie, si organizza appunto la lotta di classe. E una siffatta lotta, ben lungi dall'essere espressione di tendenze particolaristiche, contrarie al prevalere dell'interesse generale, è anzi uno strumento per abbattere particolarismi e far trionfare la giustizia e l'interesse di tutti. Che nella pratica degli ultimi anni lo strumento della lotta di classe abbia servito a creare nuovi gruppi privilegiati nella stessa classe operaia, non significa proprio nulla in contrario. Bisogna intendersi anzi tutto sul valore di questi privilegi nuovi. Spesso si tratta di vantaggi in gran parte legittimi, che noi non abbiamo alcun motivo di condannare in sé, né di condannare, per conseguenza, la lotta con la quale essi sono stati conseguiti. Noi vogliamo soltanto impedire che questi vantaggi di gruppi relativamente piccoli siano gabellati per vantaggi di tutta la massa sfruttata ed oppressa; vogliamo impedire che questi vantaggi e la promessa di vantaggi nuovi in– ducano una parte delle forze che noi consideriamo adatte a scuotere l'odier– na impalcatura di ingiustizie e di privilegi, a farsene invece puntello. Non si tratta, insomma, di rinnegare la lotta di classe, ma di evitare che una parte delle forze proletarie piu progredite si ritirino dalla lotta di classe verso una collaborazione coi gruppi privilegiati; si tratta di allargare i quadri dell'eser– cito che combatte la lotta di classe fino al punto che non uno degli oppressi ne rimanga fuori. , È ciò possibile? Il Savelli lo nega, a quel che sembra. Di fronte al socia– lismo egli è nello stato d'animo dell'amante deluso. lo credo, invece, a quel– la possibilità; e sono un amante solamente imbronciato. Come io non posso suggerire il mio stato d'animo al Savelli, cosf mi par difficile che egli sugge– risca il suo a me. Questi problemi si risolvono coll'azione e colla sola azione. E il nostro giornale, mettendo da parte le discussioni astratte e cercando di suscitare un'azione concreta intorno a determinati problemi della vita na– zionale, contribuisce - credo - alla chiarificazione e alla soluzione dello stesso problema astratto assai .piu e assai meglio che con sterili logomachfe. L'urto dell'esperienza, mettendo a 2rova le aspettative di ciascuno di noi, ci obbligherà a rielaborare continuamènte i nostri prindpi ideali assai meglio che non faremmo se volessimo cercare la verità coi semplici sforzi della ra– gione ragionante. [Da "L'Unità," 19 giugno 1914.J 564 BibliotecaGino Bianco

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