Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

I riformisti di destra dei ."parlamentari autorevoli" del riformismo? Oppure intendete parlare di riforme compiute in questi ultimi anni che corrono pericolo di essere revo– cate? e di quali? Ma a parte ogni discussione su queste "posizioni," le quali o non sono niente o sono le semplici posizioni... elettorali dei deputati di Estrema Si– nistra, - è evidente che nella relazione dei riformisti di destra le alleanze elettorali, proclamate necessarie per la difesa delle conquiste passate, sono una specie di pregiudiziale tattica, la quale resterebbe in piedi anche se i "partiti della democrazia" rifiutassero per l'avvenire l'eventuale program– ma libico, doganale, tributario, meridionale, ecc. dei riformisti di destra. Le alleanze coi radicali, coi repubblicani, coi giolittiani, sono necessarie per salvare... le posizioni dall'irruenza crescente delle forze conservatrici: e bott li, come dicono a Milano. Eccolo, dunque, il vero e solo programma dei riformisti di destra: conservare i blocchi. È questa la sola idea chiara, che resulti dalla relazione Berenini. Quanto sono vaghe e incoerenti le idee sulle riforme, che la re- i . bbe" "" ·" '" .,, " azione pur vorre concretare e precisare, tanto e precisa e con- creta" l'affermazione della necessità del blocchismo. Il quale blocchismo, poi, negl'interessi e nella mentalità di quella "democrazia," di cui i rifor– misti di destra invocano l'alleanza, non è stato mai nel passato e non può essere nell'avvenire che una macchina di diversivi massonici e anticlericali. Nessun partito, nessuna coalizione di partiti possono indugiarsi a lungo nella difesa delle posizioni conquistate, anche se. queste consistono in bene altro che nelle vanità e nelle comodità personali di alcune diecine di depu– tati. Il solo modo sicuro di difendere le conquiste passate, è stato sempre e sarà sempre quello di lanciarsi verso conquiste nuove. I riformisti di destra hanno sentita anch'essi questa verità elementarissima; e perciò hanno pro– clamato il dovere del partito socialista di presentare al paese "qualcosa di piu concreto, di piu immediato, di piu prossimo alla realtà delle cose," che non sia "l'anticlericalismo di vecchio stampo." Dovevano fermarsi qui: definire, concretare davvero questo qualcosa: subordinare a questo qual– cosa di definito e di concreto le alleanze cogli altri "partiti della democra– zia": avere delle idee chiare e ferme sull'opera da compiere, prima di di– scutere se e con chi allearsi per compierla: prima avere il coraggio di essere se stessi; poi, caso mai, allearsi con altri. Ma qui era il punto difficile! Il blocchismo, checché i riformisti di de– stra facciano per allontanare da sé quest'accusa, è per essi una necessità per– manente: prima la conservazione delle alleanze, poi il programma se sarà il caso. Anche materialmente, nella relazione Berenini, le alleanze sono di– fese prima che le riforme immediate sieno "precisate" nel modo cosf poco preciso, che abbiam visto. Né vi si dice una sola parola per assic_urare se i "partiti della democrazia," con cui i riformisti di destra intendono allearsi, saranno o no d'accordo nel propugnare quelle date riforme, che pure sono riconosciute improrogabili. 531 BibliotecaGino Bianco

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