Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

I riformi.ti di destra regioni piu ricche - quando la impone! - una spesa non redditizia per soccorrere le regioni piu povere a costruire una ferrovia, che da sé esse non potrebbero costruire, che per molti anni non coprirà le spese d'impianto e d'esercizio, ma che a lungo andare sarà utile alla nazione, perché. strapperà all'isolamento barbarico una delle sue parti, intensificherà U progresso economico di questa parte, renderà piu omogenee e meno squilibrate le condizioni materiali e morali di tutte le parti della nazione. Ora di ferrovie, di porti, di strade non redditizie, che dobbiamo costruire per dovere di solidarietà nazionale, ne abbiamo ancora a centinaia ed a migliaia in Italia. Ogni opera pubblica non redditizia, che costruiremo a spese della nazione in Tripoli– tania, sarà utile forse ai berberi della colonia, ma rappresenterà tanto capitale sottratto alle opere pubbliche necessarie all'Italia. Il denaro, dell'Italia deve servire all'Italia. E finché a tutti i bisogni d'Italia non sia provveduto largamente come si conviene, non si deve spendere un soldo solo per dotare, a spese dello Stato, in perdita, la nuova co– lonia di quelle opere pubbliche, le quali scarseggiano tuttora nelle regioni piu disgraziate dell'Italia. Noi non sappiamo se siano questi i criteri di tutti i riformisti di destra innanzi al problema della "messa in valore" della colonia. Alcuni mesi or sono, l'on. Bissolati presentò nel Gruppo parlamentare socialista un or– dine del giorno, che corrispondeva quasi pienamente a queste idee. La mag– gioranza del Gruppo, naturalmente, fece le viste di non capire e preferL.. protestare contro la guerra e non legarsi le mani con affermazioni troppo compromettenti. Orbene i criteri dell'on. Bissolati sono condivisi veramente da tutti gli altri riformisti di destra, anche da quelli delle cooperative li– guri? E se sono condivisi, perché i riformisti di destra non cominciano una buona volta a farne propaganda nel paese - e il congresso sarebbe un'ot– tima occasione - e non dicono chiaro e tondo a tutte le signore cooperative di lavoro, che non devono fare nessun assegnamento su di essi nella postu- lazione di eventuali "dovuti riguardi"? . E di fronte al problema dell'ordinamento doganale della Libia, che cosa pensano? Intendono combattere quel protezionismo industriale ed agrario, che agogna ad estendere alla colonia il soffocamentÒ, di cui opprime la Ma– dre Patria? oppure intendono secondarlo apertamente? oppure intendono secondarlo senza darsene l'aria, cioè disinteressandosi della questione? E di fronte ai tentativi, di cui già si vedono i segni precursori, di costringere artificiosamente la nostra emigrazione a concentrarsi in Libia, quale linea· di condotta si propongono di tenere? Denuncieranno agli elet– tori e combatteranno i pericoli e i danni di questa, che sarebbe la piu fu– nesta politica, che si possa immaginare'? Su questi problemi, la relazione dei riformisti di destra non esprime nessuna idea, né chiara né oscura, all'infuori della promessa generica che le spese di tutti i possibili spropositi della "messa in valore" saranno ·pa– gate dalle "classi abbienti" mediante quella tassa progressiva sul reddito, che dieci anni or sono i riformisti di tutti i punti cardinali lasciarono tran– quillamente seppellire dall' on. Giolitti nella crisi Wollemborg, affaccen– dati com'erano a invocare... il divorzio. 527 BibliotecaGino Bianco

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