Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Tripoli e i sociilisti1 Quale programma d'azione concreta hanno i deputati, i giornalisti, gli organizzatori socialisti di fronte all'impresa tripolina? - Che cosa voglio– no? Che cosa, secondo essi, gl'italiani devono volere? - Esigono l'apertura immediata della Camera. - Supponiamo che sia concessa. - Quali propo– ste positive intendono allora fare? - La Camera deve aprirsi solo per dare modo ai deputati socialisti di protestare, rimanere in minoranza, e credere cosf di avere esaurito tutto il loro dovere verso il "proletariato"? Mentre fino alla primavera passata il Corriere d'Italia, la Tribuna, l'I– dea nazionale, e, a cominciare dal luglio, il Giornale d'Italia e la Stampa, facevano una campagna sistematica per eccitare l'opinione pubblica italiana alla conquista di Tripoli, dando a credere che di là dal mare· vi fosse una terra favolosamente ricca e facilissima a conquistare col favore degl'indige– ni, che l'impresa non presentava nessun pericolo di complicazioni interna– zionali, e la conquista non sarebbe :ostata, secondo doveva poi dire l'on. De Felice,2 "né un uomo, né un soldo"; - gli uomini piu rappresentativi e i condottieri piu autorevoli delle organizzazioni economiche e politiche so– cialiste e la stampa del partito si disinteressavano quasi esclusivamente della questione. Occorreva subito contrapporre alla campagna della stampa finanziaria e nazionalista una seria propaganda antitripolina, non a base di astratte pregiudiziali pacifiste, anticolonialiste, ma a base di dati concreti sullo scar– so valore economico del paese che si pretendeva conquistare e sui danni e pericoli prossimi e remoti, sicuri e probabili dell'impresa. Un partito, il quale si pretende marxista, che cioè afferma fra le altre cose che contro gli interessi reali o presunti non v'ha ideologia capace di lottare, doveva meno di qualunque altro illudersi di poter vincere con quat– tro chiacchiere sentimentali e dottrinarie le illusioni sollevate nelle folle dalla stampa col miraggio di ricchezze sterminate acquisite senza colpo ferire. Bastava che un paio di uomini si fossero messi a studiare un po' seria– mente la questione, perché si potesse, in breve tempo, fare sull'Avanti! una campagna assai efficace. E bastava l'Avanti! solo a fare questa campagna. I giornaletti settimanali avrebbero tenuto bordone. E la propaganda tripo- 1 Riprodotto in La cultura italiana del 1900 attraverso le riviste, vol. V, "L'Unità" e "La Voce politica," a cura di Francesco Golzio e Augusto Guerra, Torino, Einaudi, 1962, pp. 127-132. [N.d.C.] 2 Giuseppe De Felice Giuffrida, espulso poi dal partito socialista per "tripolismo. 11 [N.d.C. l 498 BibliotecaGino Bianco

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