Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La piccola borghesia intellettuale nel Mezzogiorno d'Italia di rimetterci la carta bollata. Cosf, intimidite le poche centinaia di avver– sari, e comprate le poche centinaia di incerti, è assai difficile che la ele– zione non porti il trionfo del partito protetto dal Governo. Questi sistemi di oppressione e di corruzione sono stati sempre, piu o meno, usati dal 1860 ad oggi nell'Italia meridionale .. Ma, col tempo e con l'esperienza, si sono andati via via perfezionando; e l'onorevole Gio– litti li ha resi ormai invincibili e insuperabili. Nessuno ha mai calpestato piu cinicamente, piu brutalmente, piu sistematicamente, che non abbia fatto costui, il nostro onore e la nostra dignità.- Ma le responsabilità personali di questo Piemontese senza scrupoli non èi devono far dimenticare che la prima radice del male è proprio nell'Italia meridionale. Se la piccola borghesia meridionale non fosse cosf abietta com'è, gli agenti del Governo non si arrischierebbero a trattare i paesi nostri come terre di conquista e come colonie barbariche. I reati e le im– moralità governative sono proprio gl'indigeni, che le invocano, per appro– fittarne. Guardate questi "galantuomini" in periodo elettorale. Chi ha l'ap– poggio del prefetto e della questura mette fuori i quattrini per assolvere i malviventi, bastona per procura i propri avversari; ma si guarda bene dall'avanzarsi in prima fila e dall'assumere qualunque diretta responsa– bilità: circola sempre nelle sue vene il sangue vigliacco del nonno stroz– zino o manutengolo dei briganti. Né migliore di lui è il suo avversario. Manda corrispondenze a tutti i giornali, proclamandosi oppresso dal pre– fetto e dai delegati; invoca con telegrammi fulminei aiuto da tutte le parti; implora la terra, il cielo, il sole, gli astri a testimoni delle violenze ond}è vittima. Ma in cuor suo si duole di non trovarsi al posto dei suoi avversari. E si propone, quando cambi l'indirizzo del Governo, di pren– dersi una rivincita segnalata. E non appena le ·cose si fanno serie davvero, scappa. • A che cosa volete che servano a questo parassitume la cultura e il senso della realtà? Per i piccoli intrighi, per le piccole bugie, per i piccoli tradimenti, per le piccole truffe, di cui s'intesse la vita di ogni giorno, la cultura sarebbe superflua e il senso della realtà li spingerebbe al suicidio. Alle miserabili necessità di quella vita disutile e perversa, basta la "prontezza," basta quello che si suol chiamare l'ingegno meridionale. La funzione crea l'organo. E finché non sia venuta dal di fuori una spinta, magari violenta, che distrugga il monopolio politico di questa genia, le sole attitudini utili saranno sempre quelle, che in altre società sono represse. 491 BibliotecaGino Bianco

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