Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale La teoria che il diritto elettorale sia riservato ai soli proletari organiz– zati e coscienti, l'onorevole Bonomi l'ha escogitata post factum, tanto per avere un motivo plausibile per dichiararsi soddisfatto; e per sostenere che l'onorevole .Luzzatti, anche dopo la ritirata non preveduta - e che riti– rata! - non merita proprio d'essere "divorato. 11 In fondo, l'onorevole Bonomi, per essere felice e contento come i principi e le principesse che si sposano nelle favole dei bambini, ha bisogno di una sola cosa: che gli si eviti l'amaro calice del suffragio universale. Qualunque riforma elettorale è buona, purché non sia il suffragio univer– sale. Qualunque allargamento lo accontenta, sia quello sperato il. 30 aprile, sia questo dell'onorevole Luzzatti, sia qualunque altro, purché non sia il suffragio universale. Perché la conquista del suffragio universale è. diffi– cile. E l'onorevole Bonomi ama solo le riforme facili. Eppoi, il suffragio universale darebbe il voto ai contadini meridionali! Ora - fìno a quando l'onorevole Bonomi poteva sperare dall'onorevole Luzzatti una riforma elettorale, che estendesse il voto anche nel Mezzo– giorno - ai contadini meridionali si sarebbe potuto concedere uno straccio di voto, visto e considerato che dopo tutto sono dei buoni a niente. Ma dopo che la riforma luzzattiana ha lasciato senza voto i contadini meri– dionali, ecco l'onorevole Bonomi ad applaudire ed a portare in giro la propria felicità. Infatti i contadini meridionali essendo disorganizzati, po– trebbero mandare alla Camera, come deputato, nkntemeno, Fra Diavolo. Veramente, la piccola borghesia meridionale manda alla Camera i De Bellis, gli Squitti, i Cirmeni, i Peppuccio Romano 4 e generi simili. Forse all'onorevole Bonomi pare si possa andare piu facilmente d'accordo con questi egregi amici e ottimi galantuomini, che con deputati nuovi i quali dovessero preoccuparsi dei bisogni dei contadini meridionali. Questi, infatti, non potrebbero essere che altrettanti Fra Diavoli. Nel 1881, quando la democrazia italiana - tanto piu generosa del riformismo di trent'anni dopo - chiedeva il suffragio universale, nella grande vallata del Po non esistevano che scarse e deboli organizzazioni di classe; la coscienza politica della classe lavoratrice, anche al Nord, era appena agli albori. E, per molti anni, la maggioranza di quei lavoratori, che erano diventati elettori con la riforma del 1882, concesse servilmente il suo voto al padrone, o lo vendette per un piatto di busecca o per un foglio di cinque lire. E tuttora, nel Nord, sono moltissimi i collegi, in cui le elezioni si fanno a suon di denaro. · Se l'onorevole Bonomi fosse stato deputato socialista nel 1882, avrebbe certo combattuto, come lo combatte oggi, il suffragio universale, ed avrebbe esteso il voto ai soli proletari organizzati, cioè non l'avrebbe esteso affatto, dal momento che i proletari organizzati non c'erano ancora. E oggi, se 4 Su De Bellis e Romano, dr. note a pp. 369 e 409. 476 BibliotecaGino Bianco

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