Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Il socialismo che si contenta La riforma luzzattiana, secondo le prime speranze di chi ... ci credeva e l'onorevole Bonomi era in prima linea - avrebbe dovuto produrre un "aumento immediato di due milioni di lavoratori elettori." Era una· illusione assolutamente infondata. Ma intanto al congresso di Milano, quei due milioni fecero una grande impressione, e contribuirono certo non poco alla vittoria dei riformisti ufficiali. Tre mesi dopo appare evidente l'errore di previsione. Nessuno piu, nemmeno l'onorevole Bonomi, osa parlare di un aumento immediato di due milioni di elettori lavoratori. Ma l'onorevole Bonomi è sempre soddisfatt,o. I due milioni di elettori lavoratori, che si attendevano dall'onorevole Luzzatti, non sarebbero forse bastati al congresso di Milano ad assicurare la maggioranza ai riformisti ufficiali, se Filippo Turati non avesse anche preso l'impegno a nome dei vincitori, di esaminare la nuova legge eletto– rale dal punto di vista dell'intera classe lavoratrice, e se non avesse intro– dotto nel suo ordine del giorno un intero capoverso, in cui si afferma che "la difesa degli interessi di gruppi, di categorie e di interessi proletari regionali vuol essere sempre coordinata alla politica socialista generale, per modo che essa non danneggi né ritardi le maggiori rivendicazioni neces– sarie al risveglio politico ed economico delle energie di classe del prole– tariato rurale e meridionale." E fu quest'inciso, che indusse parecchi rifor– misti dissidenti, per esempio quelli di Milano, e poco mancò non inducesse anche me, a votare l'ordine del giorno Turati. Allora l'onorevole Bonomi tacque: era, al solito, contento. Viene poi la riforma Luzzatti: che ormai è matematicamente dimo-– strato servirà solo a quelle zone della classe lavoratrice che godono del privilegio della istruzione e della organizzazione e che sono concentrate specialmente nell'Italia settentrionale (salvo ad annullare anche qui questi vantaggi con la iscrizione d'ufficio degli elettori delle classi medie e col voto obbligatorio). Ed ecco l'onorevole Bonomi, che si dichiara, al solito, soddisfatto, con qualche correzione ortopedica secondar_ia, perché è bene che il diritto elettorale sia concesso ai soli lavoratori organizzati (Avanti!, 24 gennaio 1911). È un vero peccato che questo ragionamento l'onorevole Bonomi non l'abbia fatto al congresso di Milano, invece di tenerselo in corpo, per met– terlo fuori solo quattro mesi dopo. La votazione del congresso sarebbe rie– scita piu chiara: forse avrebbe dato diversi risultati. Ma forse, durante il congresso, l'onorevole Bonomi non pensava nem– meno a questa nuova teoria del diritto elettorale. Allora, probabilmente, alimentava ancora in sé le speranze del 30 aprile e del 19 luglio, che cioè l'onorevole Luzzatti avrebbe esteso il voto anche nell'Italia meridionale, e che i deputati meridionali non si sarebbero opposti, perché essi sono degli imbecilli, e la "plebe" meridionale è imbecille per lo meno quanto i de– putati. 475 BibliotecaGino Bianco

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