Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione me1"idionale stato eliminato dal progetto il "proscioglimento" - "dizione non feli– ce" - riescirà a vantaggio prevalentemente di quei borghesi e piccoli borghesi poltroni, che, pur avendo i certificati scolastici regolari, non si sono mai curati di farsi iscrivere elettori, e saranno da ora in poi iscritti °d'ufficio, senza nessun disturbo. Al contrario, fra i lavoratori, sono nume– rosi coloro, che, pur sapendo leggere e scrivere, non hanno i certificati scolastici in regola, sia perché non hanno seguito le scuole regolari fino alla fine della terza, sia perché non han dato gli esami, non essendo per essi il certificato scolastico cosf necessario come per chi deve progredire negli studi; sia perché, in mancanza di scuole comunali, han dovuto studiare a proprie spese presso i maestri privati, che non rilasciano titoli legali (il caso è diventato comune, in quest'ultimo decennio, nel Mezzogiorno). E tutti costoro, se vorranno essere elettori, dovranno andare incontro alle seccature dell'esame e delle formalità annesse e connesse. Ma l'onorevole Bonomi trova sempre ragioni per essere soddisfatto. Il guaio è che i calcoli fatti dall'onorevole Bonomi sui probabili effetti della riforma Luzzatti nei Comuni di Milano e di Torino e dell'Italia meri– dionale non hanno una seria base. Il modo di ragionare del professor Salvemini - egli scrive nell'Avanti! del 24 gennaio - è molto spiccio. Poniamo, dice, una città che abbia 30.000 elettori nelle classi medie e superiori, e 30.000 elettori operai. D'un tratto, la l"eva elettorale, cioè l'iscrizione d'ufficio, caccia nelle liste altri 20.000 "borghesi-poltroni," che io ho con– tati, uno per uno, mentre passeggiavo con i piu terribili fogli della reazione nelle mani. I nemici, da 30.000, sono cosi diventati 50.000. Invece le classi operaie, mediante l'esame (si sa: l'ispettorato scolastico "non è preferibile al pretore"; il maestro è "un lanziche– necco della camorra locale"), cresceranno soltanto d'altri 10.000. 40.000 contro 50.000. L'allargamento del voto congegnato con la leva elettorale (e taccio, per carità, del voto obbligatorio) ci porta indietro di mezzo secolo e ci consegna alla reazione. Io nbn mi sono mai sognato di dire che i borghesi e piccoli borghesi poltroni, che approfitteranno della leva elettorale, nella forma escogitata dall'onorevole Luzzatti, saranno tutti, ad uno ad uno, reazionari; come nessuno potrebbe neanche .sostenere che i lavoratori della grande vallata del Po, cui l'onorevole Bonomi, nell'ultima edizione del suo pensiero, vuole circoscrivere il suo allargamento, saranno tutti' socialisti. Quando si ragiona sui grandi numeri, come non si possono escluderè le deviazioni parziali, cosf queste deviazioni non possono mutare l'indirizzo della previ– sione, perché si compensano. In blocco, si può e si deve dire che un allar– gamento del voto, il quale aumenta gli elettori delle classi medie e supe– riori, avrà effetti conservatori;. un allargamento, invece, diretto piuttosto verso la classe lavoratrice, avrà effetti democratici. E non mi fermo a rilevare con quanta disinvoltura l'onorevole Bonomi abbia riassunto le mie critiche alla riforma Luzzatti. Confrontino i lettori della Critica il passo qui riferito dall'onorevole Bonomi con la espressione autentica· del mio pensiero, quale si ha nella Criti·ca del 1° .febbraio o negli 472 BibliotecaGino Bianco

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