Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e qu1stione meridionale nisterialismo, <li fare tutte quelle altre complicate operazioni parlamentari, che voi ci avete spiegate sui vostri giornali. Turati mi rimprovera di disprezzare le minuzie. Ma anche in questo non ha afferrato il centro del mio pensiero. Io non disprezzo le minuzie. Tutto quel che si fa anche per i piccoli gruppi di lavoratori è bene. Il male si ha quando alle minuzie si sacrifica l'interesse generale della classe lavo– ratrice. Tutte le esigenze di qualunque gruppo, anche minimo, son legit– time, a patto che non. facciano perdere di vista i bisogni generali della inte– ra classe e le necessità ideali del movimento. Prendiamo un altro esempio concreto. Il Cabrini sostiene nella sua re– lazione sulle pensioni, che il Gruppo parlamentare deve subordinare il suo atteggiamento favorevole o contrario al Governo, a seconda che il Governo concede o nega le pensioni. È questa una riforma generale; e scelgo questo esempio per mettermi nella situazione piu sfavorevole alla mia tesi. Ebbene, io affermo che neanche le pensioni per tutti i lavoratori giustificherebbero da sé sole il ministerialismo. Un Governo, per esempio, che vi desse le pen– sioni, e nello stesso tempo continuasse ad ammazzare i contadini del Mezzo– giorno e a dar medaglie ai Centanni, voi dovete combatterlo egualmente (applausi). Ci sono necessità morali superiori alle stesse riforme generali. Se il suffragio universale ci fosse offerto dall'onorevole Giolitti, ma l'onorevole Giolitti ponesse la questione di fiducia sul suffragio universale, io negherei la fiducia e respingerei il suffragio universale perché il suffra– gio universale concesso a quel patto e da quelle mani nascerebbe disonorato (approvazioni a sinistra; commenti; interruzioni). Nessuno vi nega di occuparvi di interessi particolari. Quel che è mal– fatto, è sacrificare agli interessi particolari gli interessi generali. Tu hai fatto benissimo, Turati, ad occuparti dei postelegrafici. E non credo ci sia stato mai un momento in cui tu, pur di facilitare l'approvazione di una legge buona per i postelegrafici, sia venuto meno al tuo dovere di denun– ziare una ingiustizia, di protestare contro una infamia, di rinfacciare una iniquità. Ma, se mai a questo dovere tu fossi mancato, per considerazioni di interessi di gruppi particolari, saresti in quel momento uscito fuori del socialismo (qualche applauso). . Ma il Turati non si limita a rifiutare le mie affermazioni, dopo averle male comprese. Egli dice: "Tu sei uno solo; noi siamo quaranta. È pos– sibile che noi siamo degli imbecilli e che tu solo sia il sapiente? Non è piu probabile che tu sia un po' matto?" Ecco, caro Turati. Io non sono proprio solo come tu dici. C'è qualcuno accanto a te che fa parte della vita tua. Essa è con noi e non con voi. Ed è questa la piu grande gioia che noi abbiamo in questo momento cos1 triste per noi. Dal momento che Anna Kuliscioff pensa allo stesso modo mio, se sono matto io, è matta anche lei (applausi). No, non sono solo. E neanche credo che voi siate degli imbecilli. Siete fuori strada: ecco tutto. E si può essere fuori strada, anche essendo uomini d'ingegno. Anzi, voglio rubare 452 BibliotecaGino Bianco

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