Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riforme parziali e riforme generali Per questo ci siamo costituiti in partito. Se dovessimo accettare le cose come sono, che cosa stiamo a fare nel congresso? Ognuno di noi si occupi delle cose proprie, e lasciamo che le cose vadano per la loro strada (applausi). Dice Turati: "Il nostro partito non può fare né piu né meglio, perché è debole." E qui ha ragione. Ma occorre che su questo punto i rifotmisti ufficiali si mettano un po' d'accordo. Per esempio, nel discorso di Cremona dell'altro giorno, il Bissolati ha detto che noi siamo ormai cosI forti da po– tere influire sulla formazione e sull'azione dei ministeri. La verità, secon– do me, ed in questo concordo col Turati, è che siamo deboli. Ci siamo fì.. nora illusi, e in questo tutti abbiamo errato, che pochi nuclei meglio disposti ., all'azione economica e politica fossero la classe lavoratrice. Abbiamo creduto che un movimento proletario ristretto ad alcune regioni fosse movimento nazionale. In realtà, il proletariato it~liano, quello vero, è oggi assente dalle nostre iniziati ve. Ma perché è cosI? Perché questi primi nuclei di avanguardia, pure as– solutamente assai esigui, avevano alcuni anni or sono una forza, che oggi sembra svanita? Perché il partito essendosi tutto sequestrato a servizio della mmoranza organizzata; ha perduto il contatto con le grandi masse: non ha piu né vigor di vita, né forza di espansione. Non si fa piu propaganda, noi diciamo. Ma perché non s1 fa pro– paganda? Turati dice: "La propaganda non si fa, perché la massa piu non ri– sponde. Del resto, chi vi impedisce di farla la propaganda? Noi deputati siamo impegnati alla Camera, e non possiamo fare anche la propaganda nel paese." Veramente si potrebbe ricordare al Turati, che egli stesso ha ricono– sciuto che, su quaranta deputati, ce n'è una trentina che non fanno nulla, neanche alla Camera. Almeno questi qua potrebbero fare la propaganda nel paese (applausi). Fanno la propaganda solo nel periodo elettorale e solo nel loro collegio. Però il problema è ben altro. Risaliamo un poco al passato. Perché mai quindici anni fa la propaganda si faceva, e la facevano anche i deputati, che erano appena cinque, e mentre facevano la propaganda non trascuravano in nulla il lavoro parlamentare? Come mai quindici anni fa ci sentivamo ed eravamo in realtà piu forti con cinque soli deputati, che oggi con quaranta? Gli è che una volta dovevamo diffondere e difendere un interesse comune a tutta la classe lavoratrice: la conquista del diritto di organizzazione. Que– sto diritto, nella Camera, aveva contrari tutti i partiti conservatori. Perciò dovevate rivolgervi alle forze extraparlamentari per trascinarle alla lotta. E vi rivolgevate non a determinati gruppi, promettendo leggi frammentarie utili a questi soli gruppi; ma parlavate a tutti, per un principio generale di giustizia, di libertà, di equità invocato per tutti. Ed ecco perché eravate forti. Nella wostra battaglia vi sentivate padroni di una forza morale infì- 449 BibliotecaGino Bianco

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