Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Suffragio universale ( specialmente in rapporto al problema meridionale) quella parte della classe lavoratrice che gode del diritto elettorale, e ·spo– standosi di qua o di là nelle elezioni, determina la vittoria dei partiti de– mocratici o dei partiti conservatori, ed è come l'ago della bilancia. Nel Sud, invece, essa è la classe assolutamente dominante e ha il monopolio quasi incontrastato dei poteri politici ed amministrativi, data la esclusione quasi totale della classe lavoratrice dalla vita pubblica, e la mancanza di una vera e propria borghesia capitalista ricca di mezzi e d'influenza sociale. Nel Nord, data la relativa agiatezza del paese che consente a tutti di vivere di lavoro libero e produttivo, dato il vivace controllo che esercitano l'uno sull'altro i partiti politici prodotti dalle diverse formazioni sociali, la piccola borghesia non rappresenta un elemento deleterio nella vita pub– blica: solo, con la sua continua mutabilità di umori, determinata dal non essere essa una vera e propria classe omogenea ma una specie di crocevia fra le varie classi, rende instabile qualunque situazione politica e crea dif– ficoltà spesso insormontabili ad ogni opera sistematica e continua di ammi– nistrazione. La inquietudine sconclusionata degli esercenti di Milano e le difficoltà amministrative, che ne derivano, sono tipiche. Né noi sappiamo come senza il suffragio universale, cioè senza poter disporre delle forze di quei 50.000 operai, che a Milano non sono elettori, possa il partito socialista milanese sciogliersi dal dilemma in cui ora si dibatte: o allearsi con gli esercenti per saltar per aria al primo tentativo di amministrazione socia– lista, o rimanere eternamente minoranza. Nel Sud l'azione della piccola borghesia, padrona indisturbata dei pub– blici poteri e spinta dal disagio economico generale a chiedere a questi pubblici poteri i mezzi per vivere, produce effetti opposti a quelli del Nord: nel Sud la vita pubblica è un ladroneccio universale, e questo ladro– neccio dà una meravigliosa stabilità e unità d'indiri~zo a tutta la vita pub– blica meridionale. Non è il caso di sciupare qui tempo e parole a descrivere lo scempio, che fa delle amministrazioni locali la piccola borghesia meri– dionale, affamata, cacciatrice d'impieghi e di favori, sfruttatrice dei conta– dini, divisa in fazioni perché i miseri bilanci locali non consentono la soddisfazione di tutte le ingordigie, priva di ogni principio politico e di ogni dignità morale. Sono fatti notissimi. Occorre solo ricordare che anche per questa parte la distinzione fra Nord e Sud non è propriamente geo– grafica, ma è soprattutto concettuale. Il capoluogo di quel Collegio di Alba, per esempio, che ha l'onore di mandare alla Camera l'onorevole Calissano (59.000 abitanti, 6000 elettori, 3000 votanti), non ha nulla da invidiare al piu sudicione dei Municipi meri– dionali. E, mentre in Terra di Lavoro la parola di Oddino Morgari ha liquidato Peppuccio Romano,9 in Piemonte il collegio di Vigone (3000 elet- 9 Giuseppe Romano, deputato giolittiano di Sessa Aurunca, accusato di corruzione dal setti– manale socialista di Napoli "La Propaganda," fu incriminato di peculato e falso, e quindi pro– sciolto per insufficienza di prove e prescrizione. Morgari sostenne energicamente l'azione intrapresa dai socialisti napoletani. [N.d.C.] 28 409 BibliotecaGino Bianco

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