Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale trionfare? In Germania le grandi leggi sociali vennero dopo che il suffragio elettorale universale ebbe fatto entrare nella vita pubblica tutti i maschi superiori ai venticinque anni, cioè il 21,2% della popolazione; e Bismarck mise mano alla sua ciclopica legislazione sociale perché sperava cosI di sot– trarre la classe operaia, investita della sovranità, alle suggestioni pericolose dei partiti rivoluzionari. Ma in Italia, con piu dei due terzi della classe lavoratrice priva del diritto di voto, dove troveranno i propugnatori delle pensioni per la vecchiaia "a tutti i lavoratori" la forza per imporre ai par– titi conservatori quel radicale cambiamento di indirizzo politico (riforma tributaria, diminuzione o almeno non aumento di spese militari, ecc.), senza cui non sarebbe possibile pescare i cento o centodieci milioni annui ne– cessari? In Francia la grande lotta anticlericale, che ha portato all'abolizione del bilancio dei culti e alla separazione della Chiesa dallo Stato, è venuta trent'anni dopo che il suffragio universale aveva conferiti i diritti politici al 27,9% della popolazione, é la massa della popolazione rurale era stata continuamente smossa e preparata alla grande battaglia dall'esercizio di questi diritti, e dalle conquiste che l'esercizio di questi diritti aveva ad essa fruttate. In Italia i socialisti-massoni dove troveranno la base per una impresa simile? Occorrerà che si contentino della... precedenza del matrimonio civi– le, a conquistar la quale potranno fare assegnamento sui soli proletari del Grand'Oriente della massoneria. O noi continuiamo a credere a quella che è la teoria fondamentale del socialismo, che cioè l'emancipazione dei lavoratori non può venire se non attraverso un continuo sforzo di conquista compiuto dalla stessa class~ lavo– ratrice e nel campo economico e nel campo politico: e in questo caso non possiamo rimanere indifferenti dinanzi a un sistema elettorale, che priva la grande maggioranza della classe lavoratrice del piu importante fra i di– ritti politici; dobbiamo riconoscere che non è stato un capriccio, se in tutti i paesi il partito socialista, non appena costituitosi, ha concentrate le sue forze nella conquista del suffragio universale; e non possiamo sperare che il movimento socialista italiano, "se vuol rimanere socialista," possa sot– trarsi a questa necessità elementare di ogni movimento sinceramente prole– tario. Oppure reputiamo che la lotta politica non ha importanza e che per– ciò è inutile che la classe lavoratrice abbia il diritto elettorale; e allora dichiariamoci senz'altro anarchici o sindacalisti dell'azione diretta: tanto, la classe lavoratrice italiana è cosI ricca di cultura, cosI abbondante di mezzi finanziari, cosI perfettamente organizzata sul terreno economico, che può farne anche a meno del diritto elettorale: le basta minacciare uno sciopero generale, e tutti sono ai suoi piedi e le offrono umilmente tutti i servizi, di cui essa via via si avveda di abbisognare. O riteniamo che le grandi ri– forme saranno concesse in Italia spontaneamente dalle classi conservatrici, in uno slancio di quelle "alte idealità," che una volta suscitavano fra noi 404 BibliotecaGino Bianco

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