Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale Questo è il nodo della requisitoria: il ministerialismo del Gruppo. Senonché pro– prio nelle conclusioni della sua requisitoria, sfugge al Salvemini una ammessione che distrugge tutta la sua faticosa opera di attacco contro il Gruppo. Se fosse vero - egli scrive - che i deputati socialisti avessero posto a condizione del loro voto favorevole al Governo la promessa della riforma elettorale, la mia accusa non avrebbe ragione di essere. Ebbene: questa promessa fu fatta o no? Fu fatta, e in modo non equivoco. Ma il Turati espresse le sue diffidenze - soggiunge il Salvemini. Certo: pure avendo provocato la promessa, noi serbiamo e mostriamo tutta quella diffidenza che è ne– cessaria per far intendere di essere pronti ad aprire le ostilità non appena dovessimo constatare che la promessa si vuol rimangiare o tradire. . Ma non avete posto per condizione che si presentasse subito il disegno di riforma - il Salvemini replica. E non si avvede della contraddizione grossolana in cui ince– spica nel giro di poche linee: dichiarandosi prima disposto ad assolvere il Gruppo da ogni accusa quando sia dimostrato vero che esso abbia posto per condizione al suo voto favorevole la promessa della riforma elettorale; e affermando poi che il Gruppo non doveva appagarsi della promessa ma doveva esigere la presentazione immediata del disegno. Con queste oscillazioni strane di pensiero e di parola, è un po' difficile con– durre una disputa. E si noti: dopo avere detto che il Gruppo sarebbe giustificato se avesse preteso la promessa della riforma elettorale (che, giusta quanto scrisse il Salve– mini nel suo primo articolo, sarebbe soddisfacente, anche se non attuasse il suffragio universale, purché fosse una riforma seria), eccolo riprendere il ritornello che, avendo aderito all'idea di una riforma elettorale, per quanto seria, il Gruppo parlamentare ha tradito la causa del suffragio universale! Perdoniamo al Salvemini questo dissesto di logica. Egli è cosi invasato dal sacro furore dell'accusa che, sfuggitagli una ammessione decisamente favorevole agli accusati, non si fa scrupolo di negare a sé ogni coerenza mentale, pur di rimangiarsi quella incauta ammcssione. La quale sta irretrattabile; e noi ne prendiamo atto non per il meschino com– piacimento di aver visto il contraddittore infilzarsi da sé nel duello polemico, ma per dichiarare meglio in faccia al partito le responsabilità nostre. Si, noi abbiamo dato il nostro appoggio al Ministero sovrattutto per il corre– spettivo della precisa promessa ch'esso, alla ripresa dei lavori parlamentari, presenterà il progetto di una riforma elettorale includente un notevolissimo allargamento del diritto di suffragio. Che se un deputato del nostro Gruppo, il Bonomi, entrò, chiamato dal presidente, a far parte della Commissione che esamina il disegno Giolitti sulla procedura eletto– rale, vi entrò per ottenere, come ottenne immediatamente, che si ponesse la questione del voto con scheda stampata e con candidature prefissate - avviamento e condizione al suffragio universale e al sistema proporzionale. Di una "seria riforma'' elettorale il Gruppo tiene elunque la promessa dal Gover– no. Con ciò, mentre, a detta dello stesso Salvemini, viene giustificato il suo ministe– rialismo, il Gruppo si è impegnato ad assumere gli atteggiamenti del piu fiero anti-mi– nisterialismo se il Governo mancasse alla promessa o in qualsiasi modo tentasse di eluderla. E questo impegno - già solennemente assunto - è la migliore risposta alle insi– nuazioni e ai sospetti che il Salvemini ha lanciato contro i deputati socialisti in nome del proletariato meridionale ... O povero Mezzogiorno, quante misere cose in tuo nome! [Da "Avanti!," 24 e 28 giugno e 10 luglio 1910.] 390 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=