Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

SuffragiQ unive_rsale_, questione meridionale e riformismo d'anche, per concentrare tenacemente gli sforzi nella conquista del suffra– gio uni versale, voi dell'Italia settentrionale e centrale doveste sacrificare a noi qualche conquista piu immediata, questo sacrificio voi avete il do– vere di farlo. Troppo spesso nei nostri congressi i rappresentanti delle se– zioni meridionali hanno dato lamentevole spettacolo di sé, querelandosi perché la direzione del partito non li aiuta, perché fra loro non va mai a concionare nessun deputato, perché non riescono mai ad aver quattrini, perché si sentono abbandonati. È ora che questi spettacoli poco dignitosi abbiano fine. Quando il movimento operaio e socialista cominciò nell'Italia settentrionale, i settentrionali non andarono a mendicare aiuti e quattrini in Giappone o in Germania: fecero da sé. E anche noi dobbiamo fare da noi. Un meridionale. - Le condizioni sono diverse. Salvemini. - Le condizioni sono sempre le stesse, quando si ha voglia di lavorare e il senso della propria dignità. Ma noi non possiamo fare da noi, se voi settentrionali non ci aiutate prima a creare le condizioni neces– sarie à un utile lavoro. Teneteveli per voi i vostri propagandisti e i vostri conferenzieri: per uno buono, che ce ne avete mandato finora, ce n'erano sempre nove di scarto, buoni solo a dire spropositi e a seminar zizzanie. Teneteveli per voi i vostri quattrini, ché noi cercheremo di non averne biso– gno. Ma dateci la sola prova di solidarietà utile, che possiate darci; la sola prova di solidarietà degna di uomini liberi; aiutateci a diventar liberi, con– quistando, nell'interesse nostro e vostro, il suffragio universale; e al resto penseremo noi (applausi prolungati). La tattica elettorale. - Poche parole finalmente a proposito della tat– tica elettorale. Che il congresso debba respingere tanto la intransigenza sistematica, quanto i blocchi sistematici, mi sembra evidente. Non è possibile fissare a priori ordini assoluti: sarebbe, per esempio, una cattiva azione rompere il blocco a Firenze, mentre è stata una cattiva azione il farlo a Roma. Ma la semplice proclamazione della autonomia della tattica, nelle condizioni at– tuali del nostro paese, non basta. Occorre che il congresso, pur dichiaran– dosi incompetente a imporre una deliberazione di massima, dia a tutti un autorevole consiglio. E questo sia nel senso della intransigenza e contro i blocchi (applausi). La intransigenza è oggi necessaria non solo per il motivo, spiegato as– sai opportunamente dal Turati, che il nostro partito ha bisogno di un perio– do di raccoglimento per riordinarsi e consolidarsi dopo un cosi lungo pe– riodo di errori, di crisi e di sbalzi; ma anche nell'interesse della stessa agi– tazione che dobbiamo iniziare per il suffragio universale. Rivelatasi insuffi– ciente a sostenere il sognato grande blocco massonico-democratico-socialista la piattaforma anticlericale, è sicuro che, non appena l'agitazione pel suf– fragio universale avrà preso piede, tutti 1 fratelli-blocchisti - non tutti i blocchisti sono fratelli, ma tutti i fratelli sono blocchisti, fino ad ordine 351 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=