Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Suffragio universa/,e, questione meridionale e riformismo 1 Chi vuole dimostr3re la "giustizia" del suffragio universale in un con– gresso di socialisti, per convincere il suo pubblico, non ha nessun bisogno di lungo discorso. Se non è del tutto privo di buon senso e se non appar– tiene a quella categoria di seccatori, che parlano solo per parlare, non deve che richiamare pochi aforismi generici sull'eguaglianza, sulla libertà, sulla sovranità nazionale, ecc., ecc.; e ben presto, mediante un paio di deduzio– ni, arriverà come una freccia al suffragio universale. Tutto compreso, anzi, il discorso se lo può proprio risparmiare: cosI gli uditori saranno convinti lo stesso, senza essere annoiati. Chi, invece, si propone di dimostrare la "necessità" del suffragio uni– versale, in questo momento, in Italia, come primo indispensabile passo al rinnovamento dell'equilibrio politico e a qualunque iniziativa seriamente e sinceramente riformatrice; e questa dimostrazione vuol darla in un con– gresso, come era quello di Firenze,2 non solo avverso - ed era bene - alle astruserie dei teorici e dei dottrinari, ma anche diffidente, se non addi– rittura ostile, per malintese preoccupazioni pratiche, al principio stesso del suffragio universale; chi una siffatta opposizione preconcetta deve combat– terla a furia di argomentazioni concrete e di fatti, - è costretto a tenere un discorso assai lungo, la cui stessa lunghezza riescirà a danno della sua causa. Quando poi si consideri che il congresso di Firenze, quando dové inghiottire una con~ione cosI sterminata, era stanco e nervoso per tre gior– ni di discussioni discretamente inconcludenti - e vibrava tuttora dell'en– tusiasmo prodotto dalla parola semplice di Pietro Chiesa, epperciò doveva riluttare ad essere trascinato su un terreno del tutto diverso; - ed era mal disposto, per un insieme di circostanze su cui è inutile insistere, contro chiunque gli parlasse di Italia meridionale; - e non era preparato da una precedente campagna giornalistica ad assalire il problema intricatissimo a cui era improvvisamente chiamato a pensare; - e doveva sentirsi stranamente disorientato da un discorso, in cui il programma dei riformisti e della Con– federazione del lavoro era criticato senza riguardi, non in nome del sinda– calismo, ma proprio dello stesso riformismo; - si deve riconoscere che il congresso fu anche troppo indulgente con chi cosf spietatamente lo marti– rizzava; che le interruzioni e i segni di fastidio e di stanchezza furono 1 Riprodotto in opuscolo nella "Biblioteca della Critica Sociale" e in Scritti sulla questio– ne meridionale cit., pp. 238-264. Un testo meno completo è negli Atti del Congresso. [N.d.C.] . : Il decimo congresso del partito socialista (19-23 settembre 1908) che riportò la corrente r1f~rm1sta alla direzione del partito e dichiarò incompatibile con la permanenza in esso raccet– taz1one della dottrina e della pratica del sindacalismo rivoluzionario. [N. d.C.] 331 BibliotecaGino Bianco

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