Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione meridionale e i partiti politici tornare al regime anteriore al 1887. Invece l'onorevole Lacava parla delle riforme tributarie, del rimboschimento, dell'eterno credito agrario, della viabilità, dell'istruzione agraria, dell'industria armentizia, della necessità di incoraggiare le industrie ( !!!), finanche della necessità di tutelare dalle frane cinque Comuni del suo proprio medesimo collegio: ma dei sistema doga– nale non soffia neanche una mezza parola! Il che va messo in rapporto col fatto che la statistica, innanzi da noi riprodotta, si ferma al 1894: sapete perché? perché dopo il 1894 sarebbe apparso il rialzo del 50% nei prezzi del frumento e degli altri cereali in grazia del protezionismo granario in– trodotto dall'onorevole Sonnino nel 1895, mentre i prezzi dei vini e degli oli non aumentano affatto. Basta studiare quella statistica e integrarla coi dati posteriori al 1894, per comprendere come al Parlamento i rappresentanti del– la classe latifondista, fra cui è l'onorevole Lacava, debbano sacrificare gli oli e i vini, cioè i prodotti delle piccole colture intensive, per salvare la propria esistenza economica e sociale, che si fonda tutta sull'alto prezzo del grano. Ciò posto, quali resultati avrà nella rappresentanza politica meridionale l'appello lanciato dal piccolo gruppo liberista capitanato dagli onorevoli Giusso e De Viti De Marco 12 ? Non avrà nessun resultato. Uno grandissimo potrebbe averne, qualora l'opera parlamentare del gruppo fosse secondata nel paese da una intensa, agitazione democratica, la quale avrebbe non solo lo scopo di salvare l'Italia dal soffocamento a cui la condanna il parassitismo protezionista, ma anche la gloria di cementare la unità morale della nazione. Ma sono idee troppo grandi per le piccole scatole craniche dei nostri piccoli politicanti: i partiti popolari non faranno nulla di serio. E cosf, con la complicità di tutti, si organizza a breve scadenza una guerra civile fra Nord e Sud, di cui nel nostro paese, cosf ricco di guerre civili, non si è mai vista l'eguale. Perché le proteste comunali della provincia di Lec~e segnano nell'agi– tazione meridionale- una nuova fase: non è piu la razza maledetta dei contadini che insorge ed è assassinata; è la piccola borghesia commerciante, coltivatrice, professionista che entra nella scena. Ora i fucili, che funzio– neranno contro di essa, funzioneranno contro l'unità d'Italia. Il Governo, corrompendo i capi dell'agitazione, ha potuto provvisoriamente frastornare la tempesta; ma la nuvola presto si ricostituirà e scoppierà terribile. Perché noi non vogliamo morire. PS. - La inguaribile incapacità del partito socialista di occuparsi sul serio della questione meridionale si è manifestata come peggio non poteva • 12 Antonio Di Viti De Marco, deputato di Gallipoli per piu legislature e direttore per ~oltl anni del "Giornale degli Economisti." Fu tra i maggiori rappresentanti della corrente hbero-scambista. Dal 1916 al 1918 fu condirettore con Salvemini dell'"Unità." [N.d.C.] 293 BibliotecaGino Bianco

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