Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Sempre polemiche meridionali! Turati, portando ancora piu innanzi la mia modestia, m1 fai dire che nelle mie idee non insisto affatto. No, non sono cosf francescanamente virtuoso. Di' pure che le mie idee sono idee prive_d'autorità, escogitate da uno studioso solitario, assurde; tutto quel che vuoi. Se hai tempo e voglia di dimostrarlo con qualcosa di meglio che con la tua pregiudiziale, troverai sempre in me il piu gran desiderio di esser vinto da te, perché la vittoria tua significherebbe sempre un gran passo fatto dalla questione meridionale e la vittoria di idee cal• <leggiateda una personalità politica come la tua, e che sarebbero piu utili delle mie, ma che io con la mia impertinenza avrei avuto il merito di provo• care. Ma, fin che questo non avvenga, io sulle mie idee insisto e c'insisto con tutta l'anima. Perché diavolo mi ~arei allora messo a scrivere? Per pas• sare il tempo? E sulle mie idee insisto con tanta maggiore energia, in quanto in esse c'è ben poco di mio. Le riforme doganali - abolizione non mai isolata del dazio sul grano, riduzione notevole dei dazi fiscali e protezio• nisti, trattati commerciali utili alle piccole colture meridionali - riforme che obbligherebbero i latifondisti a cedere a condizioni mitissime le terre granifere, diventate improduttive, ai liberi coltivatori,8 e aumenterebbero la capacità economica delle classi popolari non piu dissanguate dai prezzi artificialmente alti della vita, e aprirebbero nuovi sbocchi alle nuove pra. duzioni agrarie del Mezzod1, sono né piu né meno che le richieste di tutte le persone ragionevoli e non legate a preconcetti di scuola e a loschi in• teressi particolari (cfr. nel Giornale degli Economisti del novembre 1902 un articolo del Giretti sul Congresso delle Società economiche di Torino). 8 Nell"' Avanti!" dicevo: "Il giorno, in cui si organizzasse il credito agrario su basi de– mocratiche, fosse abolito il dazio sul grano, fossero stretti trattati commerciali favorevoli alle piccole colture, la classe latifondista, oppressa dai debiti, dissanguata dalle tasse, priva del dazio sul grano, sarebbe finita; la sua espropriazione per opera della piccola proprietà democratica sa– rebbe affari d'anni. Sarebbe un'immensa fortuna per l'Italia, se fosse pronta una classe di piccoli coltivatori, forniti di piccoli capitali, che comprasse per poco o nulla le terre della nobiltà; ma finora questo non è stato possibile: 1) per la mancanza di piccoli capitali; 2) per i trattati com– merciali, che impediscono l'esportazione di quei prodotti, che sarebbero appunto adatti alla coltu– ra del Sud. Nella "Critica," poi ho scritto "Si tratta di sollecitare la espropriazione naturale del latifondismo per opera dei piccoli coltivatori, pronti a pullulare dallo strato amorfo del prole– tariato appena se ne presentino le condizioni. In queste mie parole tu vedi un contrasto. Ma, se si astragga dalla contraddizione puramente verbale del pronti e non pronti, in cui son caduto scri– vendo in fretta e furia due articoli diversi a venti giorni di distanza senza aver neanche il tem– po di riveder lo scritto, mi pare che fra le idee espresse nell"' Avanti!" e quelle espresse nella "Critica" ci sia corrispondenza completa. Bada che questa speranza fermissima, di veder trasfor– mate le colture quando i sistemi doganali sieno mutati, non è un sogno, è qualcosa che è avve– nuto in Puglia. Prima del 1887, immense estensioni di terreno boschive e granifere diventarono vinifere in grazia del lavoro di quei poltroni di pugliesi, che non hanno iniziativa e non vogliono lavorare. Rotti i rapporti commerciali colla Francia, la trasformazione si fermò, e si tornò indie– tro. Con lo sviluppo della importazione in Ungheria, Germania e Svizzera, la trasformazione ri– prese il suo cammino. Disdetti questi trattati e sostituiti eon trattati diversi, avverrà nelle Puglie un nuovo sfacelo piu tremendo di quello del 1887. Francesco Ciccotti con la serenità di chi non ha sudato sangue a piantar viti, ha dato sull'" Avanti!" ai pugliesi un consiglio semplicissimo: strap– pate le viti e ritornate al grano! Lasciamo andare che la speculazione non sarebbe davvero racco– mandabile; ma la proposta di F. Ciccotti, se fosse accettabile, obbligherebbe i socialisti pugliesi a chiedere che fosse innalzato il dazio sul grano. E allora? 281 20 BibliotecaGino Bianco

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