Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione me1·idionale centinaio di voti, ed ecco che deputato sarebbe riescito il Vallardi con quattrocento voti, tu saresti rimasto nella tromba con trecento voti; e le razze superiori - questa volta - del Sud avrebbero detto che i milanesi sono un mucchio di vigliacchi. Invece, innanzi a una massa di oltre dieci– mila elettori, che non si potevano né intimorire, né arrestare, né corrom– pere tutti, il Governo era paralizzato, non pensò neanche lontanamente ad adoperare i metodi meridiònali, e fu possibile la protesta e la vittoria anti– governativa. E vuoi finalmente un'altra riprova definitiva delle mie opinioni? Sotto la Destra, quando il diritto di voto era ristrettissimo, i collegi special– mente agricoli del Nord erano spettacolo di prepotenze elettorali analoghe a quelle del Sud. La legge del 1882 ha aumentato i voti del Nord e vi ha disarmato il Governo; ma non ha modificate che di poco le condizioni del Sud, e pertanto il Governo vi può continuare le sue antiche gesta con si– curezza di non lavorare invano. Nessun intervento, dunque, del Governo centrale negli affari ammi– nistrativi del Sud; ma rispetto scrupoloso delle iniziative locali, lentamente ma sicuramente riparatrici, dopo che sia stata permessa per via del suffra– gio universale la spontanea formazione di esse. È questa, caro Turati, una opinione che io vado sostenendo da -anni. Appunto perché bado alle necessità dell'Italia meridionale sono federalista, e contribuii in illn tempore a promuovere quel movimento per l'autonomia comunale, che poi si è con mio indicibile rammarico trasformato in una farsaccia di cattivo genere. E per quanto mi è stato possibile, ho sempre tentato di reagire contro la perniciosa ma diffusissima illusione che un Go– verno "liberale" possa risolvere col suo intervento diretto la questione am– ministrativa del MezzodL Tutti i difetti la mia opinione può avere, caro Turati: ma un difetto, che essa certo non possiede, è precisamente quello che le attribuisci tu, di essere cioè "pericolosamente giacobina." La tua opinione, invece, caro Turati, mena precisamente agli antipodi della mia, e quella s1 che è utopistica e pericolosa e giacobina! Non credendo probabile alcun rinnovamento nel Mezzodf per via di forze indigene, tu vuoi che, appena sorga in grazia dello sviluppo demo– cratico del Nord, un Ministero indipendente dai deputati del Sud, esso consolidi questa indipendenza restringendo con una riforma elettorale il numero dei deputati del Mezzogiorno, e, resosi cosf per sempre autonomo dalla classe latifondista, dia opera alla "redenzione reale" del Sud. In che modo? Nei Comuni, in cui un movimento indigeno rinnova– tore abbastanza forte non esistesse - e cos1 sarà fino a quando non sia esteso il suffragio agli analfabeti - nessun prefetto radicale, nessun com– missario socialista, nessuna opera di magistrato ultrademocratico potreb– bero fare il miracolo di creare dal nulla. In questi disgraziati paesi biso– gnerebbe o lasciare che la vecchia camorra riprendesse colle nuove elezioni 276 BibliotecaGino Bianco

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