Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale zione secondaria. Spiegai l'impossibilità politica di un accordo fra Muni cipio e vescovo, salvo che il Municipio si sottometta in tutto e per tutto al vescovo, truffando con patti ambigui e sleali la buona fede del pubblico e del Governo, e dimostrai la eccessiva longanimità dei radicali, accusati poi per motivi elettorali di essere i nemici della religione. Continuerò sta– sera dimostrando la necessità che il liceo-ginnasio, giacché tutti lo vogliono, non sia tenuto dal Municipio, ma venga affidato al Governo. Finché la vita del liceo-ginnasio sarà affidata al Municipio, la vita di Molfetta sarà avvelenata, perché ad ogni elezio?e i partiti se lo dispute– ranno. L'unico modo per ridar la pace al paese~ è che esso passi al Go– verno, perché allora non vi saranno piu quistioni. E a darlo al Governo ci spinge anche una ragione morale. A Molfetta tutti i partiti si sono mostrati indegni di avere nelle mani l'istruzione secondaria. L'istruzione si dà malissimo, nessun professore fa il proprio dovere, e Molfetta è famosa in Italia per la corruzione nella scuola. Di chi la colpa? Dei padri di famiglia. Nei paesi nostri la borghesia è disonesta; essa manda i figli a scuola non per istruirli, ma per far loro avere le licenze. Da questo ass~rdo modo di pensare, derivano le proteste fatte contro professori, che compiono il loro dovere. Se si riprova il figlio di un consigliere, non si è piu confermato professore alla scadenza della nomina. E ne soffrono solo i figli dei poveri, i quali non hanno alcuno che li raccomandi. Conseguenza di tutto ciò, è che un professore onesto non può esistere in, questo paese, perché tutti lo manderebbero via. E perciò l'unica soluzione è che i professori non dipendano dal Municipio, ma da un'altra autorità; bisogna quindi dare l'istituto al Governo, distruggendo questo centro d'infezione nel nostro paese. Contro la regificazione la Sferza di oggi contiene un articolo pieno d'insulti e d'insolenze. Siccome anche nello sterco vi può essere qualcosa, io l'ho letto e vi ho difatti trovato qualcosa cui è giusto rispondere. Scrive la Sferza che sarebbe un delitto far mettere le mani dal Go– verno nell'istituto, che è municipale, e fa le viste di voler difendere le libertà comunali. Questi signori, quando Pelloux voleva sopprimere tutte 1~ libertà italiane, chiamarono un candidato forcaiuolo e lo sostennero ·con tutte le forze; e quando furono invitati a voler aderire alla Lega per l'au– tonomia comunale, si rifiutarono. Oggi che bisogna difendere gl'interessi del vescovo, oggi che son toccati nella borsa, oggi invocano la libertà comu– nale, e farebbero anche le barricate per difenderla. Il curioso poi, è che quei signori vogliono l'autonomia contro il Governo, ma si genuflettono innanzi al vescovo, e questa è la loro libertà! Ciò si capisce per i clericali, di cui si conosce il modo di pensare. Ma quando vediamo i monarchici invocare l'autonomia comunale contro il Governo della monarchia e al– learsi col vescovo, io domando loro: perché, voi atei, voi sostenitori della monarchia, lacerate tutto il vostro passato? Perché volete darç le $çuole BibliotecaGino Bianco

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