Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale l'indifferentismo in fatto d'istruzione è condannato dalla Chiesa - potrebbe egli permettere che insegnasse nei suoi locali, ai suoi chierici un uomo notoriamente irreligioso, anche se questi insegnasse matematica, nella quale la religione non entra? E il professore di storia dovrebbe insegnare la storia del Governo che entrò in Roma, o quella del Governo che ne fu scacciato? Come si è tentato finora di risolvere questi problemi? Con la convenzione fatta nel 1891 dai radicali la nomina era fatta dal vescovo, ed il Consiglio doveva solo guardare se i professori nominati dal vescovo avessero o no la laurea; questa convenzione era illegale, e perciò il pareggio non fu concesso dal Governo. Allora con una inabile modifica fu deciso che i professori sarebbero stati nominati dal Consiglio, sentita la proposta del vescovo. Si era sempre H, cioè che il vescovo avrebbe scelto a modo suo, ed il Municipio avrebbe pagato. Per ciò il Consiglio Superiore della P.I. dette parere contrario al pareggio, perché la convenzione fra il vescovo ed il Municipio non valeva a conferire all'istituto "il carattere d'istituto comunale." Il ministro, invece, passando sopra al parere del Con– siglio Superiore, concesse il pareggio, ma nel decreto di pareggiamento, per giustificare la illegalità, diceva una solennissima menzogna: affermava che "le clausole della convenzione investono il Comune non solo dell'esclu– sivo diritto di nomina degli insegnanti, ma altresi della responsabilità del– l'andamento didattico e disciplinare dell'istituto." Era una menzogna che tendeva a creare un equivoco ed a far credere che il vescovo avesse abdi– cato ad ogni suo diritto. Invece il vescovo monsignor Corrado, appena ebbe copia del decreto, protestò onestamente e dignitosamente contro di esso "perché il Seminario da secoli ha avuto vita propria, e le scuole sono e debbono rimanere del Seminario"; e lo dichiarò inaccettabile perché "lesivo della sua dignità e dell'autonomia del Seminario." Si fecero nuove tratta– tive, ed il vescovo accettò il pareggio, solo quando i radicali gli rilascia– rono una dichiarazione, con la quale si obbligavano di non servirsi del decreto di pareggio in danno del Seminario. Ad onta di ciò, l'ex onore– vole Panunzio scriveva sulla Sferza del 28 luglio 1901 che, stipulati gli accordi, le cose andarono tranquille e non si ebbe a sentire nessuna in– fluenza del vescovo sulla scuola. Ma occorre una faccia lavata per dirlo! I radicali - essi, i nemici della religione! - cedevano al vescovo, ed erano scusabili, perché condividevano l'opinione di tutto il paese che la scuola classica fosse necessaria, e perché non vi era il locale adatto, all'infuori del Seminario. Oggi le cose sono senza dubbio mutate; infatti la passata amministrazione clerico-moderata poté fare una convenzione, mercé la quale il vescovo rinunziava alla nomina dei professori. Perché questo cam– biamento? Togliete gli occhi dal Seminario e guardate a sinistra: vedrete in lontananza un grande edificio: è l'edificio scolastico costruito dai radi– cali. Ora che il Municipio ha il palazzo per le sue scuole, il vescovo cambia tono di voce e rinunzia alla nomina dei professori. Ed il signor Panunzio scrive trionfalmente nella Sferza: "l' educazionç della iioventu è passata BibliotecaGino Bianco

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