Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale due anm e nel riaffermare l'autonomia tattica delle sezioni, c'erano tre mi– noranze. Queste erano, quale per una, quale per ~ltra ragione, avverse alla maggioranza e perciò associate materialmente nella battaglia. Ma erano at– traversate da correnti contraddittorie, paurose non tanto di ciò che avreb– bero detto gli oratori avversari, quanto delle probabili imprudenze degli oratori propri. Tre minoranze, insomma, vinte prima- di combattere, e pron– te a sbandarsi non appena avessero riconosciuta impossibile la vittoria e inu– tile l'unione. La prima minoranza, rappresentata dal Rfgola, comprendeva i sociali– sti, che, senza sconfessare l'opera feconda di questi due anni passati, sono preoccupati dei pericoli, che incorre la purità dell'idea, mescolandosi con tanta audacia alle nequizie di questo basso mondo, e temono che il partito abbandoni la visione delle sue finalità supreme sperdendosi dietro a vane illusioni. e ad eccessive speranze nelle riforme· immediate, che il proletariato può conquistare nella società presente. Chiamandosi "rivoluzionario," il Rfgola dava alla parola il significato specifico di "socialista che pensa il proletariato non doversi contentare di riforme parziali ,finché non abbia del tutto trasformato e conquistato la so– cietà"; e, poiché in questo senso nessuno della maggioranza avrebbe mai ri– luttato a dichiararsi rivoluzionario, e il Rfgola stesso non disconosceva la utilità e la necessità delle riforme, il Rfgola si trovò ad essere applaudito piu spesso dalla maggioranza che dalla minoranza. Ciò che dagli applau– ditori della maggioranza lo divideva, era solo una preoccupazione piu acuta per i pericoli creati al partito dalla nuova fase d'azione: preoccupazione non del tutto ingiustificata e condivisa fino ad un certo punto da moltissimi della maggioranza stessa, ma insufficiente da sé sola a fornire la ragione d'esistere ad una minoranza organica. La seconda frazione comprendeva il grosso dei toscani e dei piemon– tesi: credenti nell'unica massa reazionaria, seguaci dell'intransigenza elet– torale. Per essi il socialismo si riduce all'intransigenza; essere rivoluzio– nari significa essere intransigenti; tutte le discussioni li interessano solo in quanto possono schiarire l'annoso enigma· elettorale: essere o non essere intransigenti. Questi congressisti rimasero come tagliati fuori dalle dispute, non eb– bero neanche un oratore ufficiale proprio, non videro neanche discussa ex prof esso la questione cara al loro cuore, non parlarono quasi mai - che siano benedetti! -, applaudirono poco, votarono contro l'ordine del giorno Bonomi, perché non era intransigente, e tornarono a casa piu intransigenti che mai. La terza frazione era quella dei socialisti antiministeriali: centro di essa, la rappresentanza meridionale; ed era questa la sola minoranza che nel congresso e nel partito esista e abbia ragione di esistere. Il ministero Giolitti-Zanardelli, infatti, se in molti paesi dell'Italia del Nord - in quelli, cioè, rappresentati da deputati dell'Estrema e da deputati 240 BibliotecaGino Bianco

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