Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

L'autonomia comunale e il Congressodi Pctrma1 L'idea di un'agitazione collettiva dei Comuni per la conquista della autonomia amministrativa fu lanciata, se non c'inganniamo, per la prima volta in un articolo pubblicato nella Critica Sociale del 16 febbraio 1898. 2 Fervevano le discussioni intorno ali' opera della Commissione che era stata incaricata dal partito socialista torinese di studiare il bilancio munici– pale e di proporre le opportune riforme in armonia col Programma minimo socialista. La Commissione, assumendo a punto di partenza le condizioni tristissime del bilancio municipale torinese e l'attuale legislazione comu– nale e provinciale italiana, aveva escogitato un insieme di piccole riforme finanziarie ed amministrative, le quali non mutavano in nulla il funziona– mento dell'organismo municipale torinese. Gli avversari della Commissio– ne protestavano contro quelle timidissime proposte, che qualunque partito borghese mediocremente onesto avrebbe potuto caldeggiare, e riconoscendo la impossibilità di amministrare oggi il Comune con criteri socialisti, pro– clamavano doversi abbandonare la conquista dei Comuni prima che non fosse compiuta la conquista del Governo centrale. In opposizione ad en– trambe queste correnti, osserva lo scrittore della Critica Sociale: L'errore della Commissione torinese non istà nelle proposte, sta nei princip'ì che servono di base alle proposte. I socialisti non possono andare al Comune con la sola idea di amministrare legalmente, per due ragioni: 1) perché in tal modo dovrebbero rinunziare al loro carattere socialista; 2) perché non potrebbero neanche amministrare in quel modo, per l'opposizione delle autorità tutorie. Il nostro Programma minimo am– ministrativo noi dobbiamo formarlo tenendo conto di questo fatto necessario. E fon– damento indispensabile del nostro programma dev'essere un'idea, che è agli antipodi di quella da cui è partita la Commissione torinese: la lotta contro l'autot·ità tuto1·ia. La lotta contro le autorità tutorie è un dovere specialmente per i Consigli socialisti dei Comuni maggiori come Milano e Torino, perché essi soli hanno la forza per obbli– gare il Governo a capitolare. Che effetto volete che faccia sul Governo la ribellione di Imola o di Colle Val d'Elsa? Milano e Torino hanno il dovere di mettersi d'accordo e di muoversi primi; i Comuni minori hanno il dovere di seguirli. Chi ~a se la nostra agitazione non si trascinerebbe dietro anche parecchi dei Co– muni repubblicani o democratici, e quei Comuni borghesi, che si trovano per ragioni particolari in lotta con i prefetti. Quale opera piu bella, piu feconda, piu rivoluzionaria di questa potrebbe desiderare il nostro partito? E nello sviluppare queste idee l'articolista proponeva che uno dei gran– di Comuni italiani, appena conquistato dai socialisti, prendesse l'iniziativa di convocare un -congresso dei sindaci e dei consiglieri comunali socialisti allo scopo di concordarsi sui mezzi piu adatti per obbligare lo Stato a 1 Riprodotto in Scritti sulla questione meridionale cit., pp. 125-135. [N.d.C.] 2 Cfr. supra a p. 45. [N.d.C.] BibliotecaGino Bianco 225

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