Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale del sindaco sfugge ai piu; inoltre le elezioni avvengono a lunghi intervalli e, quando si vota una lista di una Amministrazione accentrata, si compie un atto, le cui conseguenze sono cosf complesse e aggrovigliate, che la mente ci si sperde; eppoi non si può mica aspettare fino al giorno delle elezioni per fare i propri affari. È meglio quindi cercar intanto la via per arrivare al sindacone; perché questi influisca sul sindachino e il sindachino influisca sui suoi sottoposti. Ed ecco ripresentarsi da capo la necessità degl'intermediari e della camorra. È questa la ragione per cui il decentramento, invocato dai conservatori nell'amministrazione dello Stato, è una mistificazione: quando avrete de– legate le funzioni del potere centrale ai prefetti o a dei governatori regio– nali - come voleva il Minghetti e come scimmiottava il Rudinf - non potete mica dare ad essi poteri assoluti, perché allora ne fareste dei satrapi; bisognerà che lasciate il diritto di ricorso al potere centrale, che dipende dai deputati, i quali alla loro volta dipendono dagli elettori. Se rompete questo circolo, ritornate senz'altro agli antichi regimi assoluti. Ora, se i governatori devono esser sorvegliati dal potere centrale, il vostro decentra– mento non servirà se non a creare nuovi impiegati, nuovi ispettori e a render piu complicato, piu costoso, piu oppressivo l'accentramento attuale. I cittadini devono amministrarsi e sorvegliarsi da sé; tutto sta a rendere, col regime delle autonomie locali federantisi in gruppi sempre piu com– plessi, semplice l'amministrazione e agevole la sorveglianza. Ma i napoletani, abbandonati a se stessi nelle piccole autonomie locali, saranno capaci di governarsi e di sorvegliarsi? Perché no? gli Svizzeri, gl'Inglesi, i Tedeschi son forse piu intelligenti dei napoletani? Né si dica che negli altri paesi ci son le tradizioni e da noi non ci sono. L'influenza della tradizione nella storia è molto minore di quanto non si creda: il con– tadino svizzero del Vallese, che si governa da sé, conosce appena il nome di suo padre, tradizioni non ne ha, la storia del mondo dall'origine ai suoi giorni non l'ha mai studiata; conosce solo il suo interesse, è chiamato ad amministrare degli affari, in cui si sente direttamente interessato, e se la cava a meraviglia. Per comprare bene un bue non è necessario conoscere la storia del commercio e discendere da arcibisnonni, che compravano buoi; e per sapere in che modo si debbono distribuire i soccorsi a domicilio non è necessario appartenere a una nazione, che distribuisca i soccorsi a domi– cilio da dieci secoli: basta che il domicilio da soccorrere sia vicino a casa nostra, che noi conosciamo bene le persone abitando con esse nella stessa strada, che non siamo obbligati ad andare a un chilometro di distanza innanzi a una finestra, dietro la quale vi è un uomo a insudiciar carta con l'inchiostro, certificando, bollando, timbrando, numerando, protocollando, e il diavolo che lo porti via. Abbandonati a se stessi nelle piccole organizzazioni federali, i citta– dini capirebbero subito il vantaggio, che c'è ad occuparsi della cosa pubblica per non far spender male il proprio denaro. Certo, in Napoli si precipite- 218 BibliotecaGino Bianco

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