Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale souteneur della favorita del re. Negli stessi Stati nostri rappresentat1v1 accentrati, i dicasteri indipendenti in certo modo dalle influenze parlamen– tari - per esempio, il dicastero della Guerra - sfuggono in qualche modo all'opera dei deputati, ma cadono sotto le unghie non certo migliori delle arpie in pantaloni e in gonnella, le quali circondano i capi degli eserciti. Nel caso attuale di Napoli, il regio commissario non dovrà subire le ingiunzioni dei consiglieri comunali, ma riceverà un mucchio di lettere dagli amici, dagli amici degli amici, dai colleghi, dallo stesso suo supe– riore il ministro dell'Interno, al quale i postulanti si rivolgeranno per mezzo dei deputati, che possono abbattere il Ministero. E· finora abbiamo ragionato sulla ipotesi che gli amministratori non abbiano da presentare che domande giuste. Ipotesi molto arbitraria, perché non tutti gli uomini sono onesti; e poi chi può dividere con un taglio netto la giustizia dalla ingiustizia, l'onestà dalla disonestà? Figuriamoci! I bilanci delle amministrazioni accentrate presentano somme di centinaia e centinaia di migliaia di lire, di milioni - ventitre milioni quello di Napoli - di miliardi, come quelli degli stati; non è poi un gran male se un Municipio cosi ricco crea un impiego di novanta misere lire al mese per dar del pane a un povero padre di famiglia. Chi di voi, o socialisti lettori della Critica Sociale, sarebbe tanto ·duro di cuore da rifiutarsi di stanziare su un bilancio di ventitre milioni un misero stipendio di novanta lire al mese, gravato per giunta dalla ricchezza mobile? Un capitalista ha un affare col Comune; lui naturalmente deve fare il suo interesse, non è vero? se c'è un intermediario, che si offre di facilitargli un buon affare, dev'egli rinunziarvi? deve essere piu scrupoloso con il Comune che coi privati? dopo tutto, cosa son mai 50.000 lire per un Comune che ha un bilancio di ventitre milioni? Data poi la necessità dell'intermediario, nasce una lotta per l'esistenza fra gl'intermediari; i piu furbi> i piu risoluti, i piu audaci cercano di op– primere i meno adatti; e siccome di bricconi ce n'è sempre abbastanza, questi bricconi si dividono in due partiti;· destri e sinistri, democratici e conservatori, individualisti e socialisti - anche socialisti! -; oppure nel Mezzogiorno, dove la gente di politica ci capisce poco, prendono senz'al– tro dei nomi simbolici: la tromba e il tamburo, la Madonna e san Giu– seppe, i bianchi e i neri; oppure prendono candidamente il nome del ca– pobanda e si chiamano il partito del deputato A e il partito dell'ex deputato B. Io - sarà forse perché son meridionale - preferisco l'uso . schietto del Mezzogiorno, di chiamar le cose pel loro nome, a quello ipo– crita del Settentrione, dove si parla di destra e di sinistra, di democrazia e di altre simili corbellerie. Se mancasse il regime rappresentativo, i partiti, invece di formarsi nelle Camere o nei Consigli comunali, si formerebbero a corte e sarebbero i seguaci ·della regina e quelli della favorita, i seguaci del duca tale e i servitori del principe talaltro; e il re, in mezzo a tutte quelle correnti, continuerebbe per tutta la vita a far l'imbecille, precisamente '210 BibliotecaGino Bianco

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